Il Ministero della Salute ha prorogato con l’Ordinanza del 5 dicembre 2019, pubblicata in G.U. il 31 dicembre 2019, le norme sanitarie e le misure di sorveglianza veterinaria per la prevenzione della West Nile Disease che rimarranno in vigore su tutto il territorio nazionale fino al 31 dicembre 2020.
La West Nile Disease è una encefalomielite equina di tipo West Nile, sostenuta da un virus della famiglia Flaviviridae che, in condizioni naturali, è trasmesso all’uomo e agli animali (equidi e uccelli) attraverso la puntura di zanzare infette, principalmente del genere Culex.
Il vettore del virus è rappresentato quindi dalle zanzare infette del genere Culex, mentre gli uccelli, sia selvatici che domestici, sono i serbatoi ed amplificatori virali, in quanto mantengono il virus in natura e ne consentono la moltiplicazione e la successiva trasmissione ad altre zanzare.
L’uomo e gli equidi sono ospiti a fondo cieco epidemiologico, in quanto non sviluppano una viremia tale da infettare i vettori e contribuire così alla prosecuzione del ciclo di trasmissione. La sintomatologia clinica è riscontrabile nell’uomo, negli equidi e negli uccelli; anche se, generalmente, la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico, attualmente non esiste un vaccino né una terapia antivirale per l’uomo. Vista la notevole circolazione del virus che si è registrata negli ultimi anni sul territorio italiano e il carattere zoonotico della malattia sono state prorogate le misure di sorveglianza veterinaria, che hanno lo scopo di rilevare precocemente la circolazione virale negli animali e negli insetti e attuare prontamente le misure volte a prevenire la trasmissione nei confronti delle persone.
Dal 2016 la sorveglianza veterinaria e quella dei casi umani sono integrate in un unico Piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu, piano che viene revisionato, e modificato se necessario, annualmente. Ad oggi è in vigore il Piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu – 2019, approvato con DDPF n. 86 del 16/05/2019 a livello regionale.
Il Piano prevede su tutto il territorio nazionale l’obbligo di notifica immediata alle Autorità Competenti:
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di tutti i casi sospetti di sintomatologia nervosa negli equidi;
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di tutti gli episodi di mortalità in uccelli selvatici;
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di tutti i casi di malattia neuroinvasiva e/o di infezione recente nelle persone.
La sorveglianza clinica negli equidi si attua per tutto l’anno su tutto il territorio nazionale. La sorveglianza su uccelli e la sorveglianza entomologica si attuano in modo diverso a seconda della situazione epidemiologica locale. Nel Piano integrato 2019 il territorio italiano è suddiviso in tre tipologie di aree geografiche distinte:
A. Aree ad alto rischio (AR) di trasmissione
B. Aree a basso rischio (BR) di trasmissione
C. Aree a rischio minimo (RM) di trasmissione
Figura 1. Province classificate ad alto rischio di trasmissione (AR) (in rosso). Figura 2. Province classificate a basso rischio di trasmissione (BR) (in azzurro)
La Regione Marche si colloca nelle aree a basso rischio (BR) di trasmissione, aree in cui il virus WN non ha mai circolato o ha circolato in modo sporadico in passato, ma le cui caratteristiche eco-climatiche sono favorevoli per la circolazione virale.
Nel corso del 2019, il Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie esotiche (CESME) ha confermato la circolazione del virus WN sul territorio nazionale con la conferma di 8 focolai negli equidi delle regioni Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna. Il CESME ha inoltre confermato 75 positività in organi di uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Veneto, in organi di 18 uccelli selvatici catturati nelle regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Sardegna e Veneto, nonché positività in 51 pool di zanzare, distribuiti nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
I casi umani confermati di infezione da virus West Nile (WNV) nel 2019, in Italia, sono stati complessivamente 56. Di questi, 25, tutti casi autoctoni, si sono manifestati nella forma neuro invasiva ed uno di questi si è verificato nella regione Marche, 24 casi si sono manifestati come febbre confermata e 7 casi sono stati identificati in donatori di sangue.
Rispetto ai dati del 2018 in cui si era registrato un elevato aumento della circolazione del virus WN su gran parte del territorio italiano, con positività elevate nei pool di zanzare, negli uccelli, nei cavalli e centinaia di casi umani, i dati del 2019 sono incoraggianti. La prevenzione e la sorveglianza, sia veterinaria che umana, rimangono le migliori azioni da perseguire nella lotta a questa rilevante malattia zoonotica.
Autore: Dott.ssa Moira Mattioni