(24 Gennaio 2008)
L’European Food Safety Autority (EFSA) ha presentato un rapporto scientifico (Allegato al EFSA Journal - 2007 611, 0-13) sul rischio associato al tail biting (morso della coda) nei suini e sui possibili mezzi per ridurre la necessità del taglio della coda in considerazione dei diversi sistemi di allevamento.
Il rapporto, dopo una dettagliata panoramica dei sistemi di ricovero e allevamento dei suini nella UE, analizza il fenomeno del tail biting nella cui dinamica possono essere individuati due stadi: uno stadio pre-lesione, con suzione e masticazione delle code dei compagni senza però che si evidenzino lesioni alle code e lo stadio delle lesioni vere e proprie, macroscopicamente evidenti.
Tra le possibili cause di tale comportamento alcuni autori individuano particolari condizioni ambientali stressanti legate:
- alla mancanza di paglia da esplorare per cui i suini non possono grufolare e diventano agitati indirizzando il loro comportamento di esplorazione e di masticazione verso la coda o le orecchie dei compagni di box;
- ad una anormale espressione di aggressività;
- ad uno stato di dominanza;
- allo spuntare di un nuovo dente che stimola la suzione (della coda);
- all’eccessivo affollamento;
- alla scarsa qualità dell’aria.
Altri autori invece ritengono che il fenomeno, nella sua manifestazione non “distruttiva”, ossia di semplice suzione senza lesioni della coda, sia da inquadrare nell’ambito dell’esplorazione ambientale ed in particolare nell’esplorazione sociale.
Vengono quindi esaminate le conseguenze del tail biting come ad esempio:
- la paralisi del treno posteriore da ascesso spinale che rappresenta la conseguenza clinica più grave in quanto si tratta di una perdita totale per l’allevatore, anche per l’ impossibilità del trasporto di tali animali al mattatoio in forza del Regolamento 1/2005/CE;
- Pioemia [cioè la presenza nel sangue di microrganismi patogeni produttori di pus (piogeni), che provoca gravi sintomi di tossicità simili a quelli della batteriemia ] e conseguente eliminazione delle carcasse al mattatoio;
- ridotto incremento ponderale.
Il rapporto analizza inoltre tutti gli aspetti collegabili al fenomeno: caratteristiche degli animali, sesso, peso ed età, condizioni di allevamento, alimentazione etc. per poi trattare del taglio della coda (tail docking) quale soluzione del tail biting, anche se tale pratica radicale, comunque, non pone rimedio completamente al problema, probabilmente perché le cause che sottostanno al comportamento del tail biting non vengono rimosse.
Nell’ultima parte del Rapporto e negli allegati allo stesso, pur non essendoci attualmente nessuno standard relativo alla Valutazione del Rischio in materia di benessere animale, vengono presentate delle tabelle basate su tale metodo sul “Rischio relativo al benessere dei suini in relazione al tail biting”.