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Organizzazione, gestione e reportistica dei controlli delle acque destinate al consumo umano durante il periodo del sisma

  • 5 gennaio 2017
  • Autore: Redazione VeSA
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“L’accesso all’acqua potabile è indispensabile per la salute individuale e collettiva. Da valore etico delle civiltà più antiche ha assunto oggi, insieme ai servizi igienici, il ruolo di diritto umano nei programmi dell’ONU, dell’OMS, dell’Unione Europea, sostenuto anche da iniziative popolari promosse da movimenti politici e di opinione, come principio fondamentale del benessere sociale ed economico di ogni comunità umana. (…) 

Con il termine di “acque destinate al consumo umano” si intendono le acque trattate o non trattate, di uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, fornite tramite una rete di distribuzione oppure mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori. La definizione comprende anche le acque utilizzate nelle imprese alimentari per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escludendo quelle acque la cui qualità non ha conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale. Sono, invece, escluse le acque minerali naturali in quanto soggette ad una specifica normativa. 

I criteri per garantire la sicurezza delle acque destinate al consumo umano, e i conseguenti parametri minimi di qualità, sono frutto dell’evoluzione di conoscenze multidisciplinari e si basano sugli  orientamenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. 

In Italia il principale riferimento normativo è il Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 e s.m.i., che dà attuazione alla Direttiva 98/83/CE, con la finalità di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità. La normativa si pone come obiettivo la protezione della salute umana, garantendo la qualità delle acque anche integrandosi nel complesso sistema della legislazione comunitaria relativamente all’uso sostenibile, agli obiettivi di qualità ambientale e di protezione dall’inquinamento” (Min. Salute, 2016). 

 

Fig. 1 - Criteri di idoneità ed efficienza nella fornitura idro-potabile e servizi igienico-sanitari per la protezione della salute umana (Min Salute, 2016)

 

 

La gestione delle acque destinate al consumo umano, che comunemente vengono identificate con le acque cosidette “potabili”, nel periodo del sisma ha richiesto sforzi considerevoli sia ai Servizi (Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione: SIAN) che si occupano di “controlli esterni”, sia a tutti i Gestori che sono tenuti ad effettuare “controlli interni” per la verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano (avvalendosi per le analisi di laboratori di analisi interni o attraverso stipula di convenzioni con altri gestori di servizi idrici). Durante il sisma si è ritenuto opportuno ed indispensabile intensificare gli scambi di informazioni tra SIAN e Gestori al fine di avere un continuo monitoraggio della situazione dei bacini idrici, delle sorgenti e della rete di distribuzione. Nelle fasi di maggiore criticità legate all’emergenza del sisma si è arrivati ad un feedback continuo e costante ed a un aggiornamento della situazione della rete idrica in tempo reale presso tutti i Comuni coinvolti o anche solo parzialmente interessati dalle scosse telluriche. La “regia” superiore di questo network è stata operata direttamente dalla Direzione della PF Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione Marche, a cui è stata regolarmente prodotta dalla Dirigenza medica SIAN una reportistica dettagliata e completa. Ogni minima criticità grazie a questo sistema ha trovato immediata risoluzione in tempi così brevi da non creare alcun disagio evitabile alla popolazione. Ove sono state emesse ordinanze di non potabilità a causa di rotture della rete idrica o di crolli infrastrutturali, la fornitura di acqua è stata sempre garantita dai Gestori che hanno, previa richiesta della Protezione Civile, fornito approvvigionamenti attraverso autocisterne o “pallets” di acqua imbustata. Alcuni Gestori, a seguito delle violente scosse di magnitudo 6.5 e successive hanno messo a disposizione dell'utenza numeri verde acqua, servizi segnalazione guasti , numeri verde per informazioni utenti, numeri di reperibilità. Hanno inoltre provveduto a fornire in collaborazione con i Comuni  notizie alla cittadinanza attraverso canali web e canali di comunicazione disposti ad hoc. Da parte dei Medici SIAN per i territori dei Comuni colpiti dal sisma è stato garantito un servizio continuo al fine di  rilevare subito ogni possibile minima anomalia e tutto il personale SIAN si è prontamente attivato ad ogni richiesta pervenuta da parte della PF Competente, dei Gestori stessi , dei Comuni e della Cittadinanza. La forza del “Sistema” nasce proprio dalla sinergia degli interventi che sono stati sempre operati in modo da esplicare un’azione di sussidiarietà rispetto al bisogno contingente. Sanità, Assessorati Regionali Competenti,  Protezione Civile, Forze dell’Ordine, Gestori pubblici e municipalizzate, tutte le Associazioni di Categoria e gli “stakeholders” si sono ritrovate presso gli stessi “tavoli decisionali” e soprattutto presso gli stessi distretti operativi armonizzando (senza sovrapporre alcuna azione) gli sforzi che hanno permesso una gestione quasi “invisibile” e proprio per questo altamente efficace dell’acqua destinata al consumo umano. I Servizi di Igiene degli alimenti e della Nutrizione, che già da tempo hanno condiviso Linee Guida e documenti operativi omogenei su tutto il territorio della provincia di Macerata (e quindi dell’Area Vasta n.3), hanno in questa occasione prodotto un ulteriore strumento innovativo ovvero un protocollo che consente, come da richiesta degli amministratori locali, di avere una base interpretativa comune su alcune problematiche in cui la stessa norma consente un certo grado di soggettività nei giudizi e nelle interpretazioni.

Questo è stato predisposto e condiviso da tutti i medici che si occupano della problematica delle acque destinate al consumo umano per il territorio della provincia di Macerata, sulla base di una attenta revisione della letteratura scientifica più attuale coniugando la stessa con i dettami della normativa Nazionale e Regionale. Quindi lo sforzo prodotto da SIAN è stato da un lato organizzativo e gestionale in accordo con gli altri attori del Sistema Nazionale e Regionale, dall’altra operativo intensificando i controlli, le verifiche ed i campionamenti ufficiali sulla rete idrica. 

Sono stati infatti eseguiti n. 247 campionamenti (per un totale complessivo di quasi 500 analisi chimiche e microbiologiche)  su acque destinate al consumo umano per verifiche e controlli inerenti alle potenziali criticità correlate al sisma. Come precedentemente accennato, alcuni Comuni e Gestori, appena rilevati danni derivanti da crolli e rotture (in particolar modo presso le “zone rosse” e in diverse frazioni dei Comuni presso cui il sisma ha avuto impatto maggiormente violento e destruente), hanno disposto ordinanze cautelative di non potabilità che sono state prontamente notificate all’Autorità Competente. 

Sulla base dei campionamenti ufficiali effettuati sono state rilevate n. 3 non conformità ai valori di parametro riportati nelle parti A e B dell'allegato I al D.Lgs.31/2001 che hanno condotto a giudizio di non idoneità al consumo umano dell'acqua analizzata e susseguente proposta al Sindaco, a tutela della salute pubblica, di emissione di  apposita Ordinanza Sindacale nelle zone di distribuzione dell'acqua campionata. 

In 24 casi è stata rilevata l’inosservanza di un valore parametrico previsto alla parte “C” dell’Allegato I al D.Lgs 31/2001 e s.m.i., (si tratta di indicatori  qualitativi dell’acqua) che hanno coinvolto l’Ambito Territoriale Ottimale N. 3 Macerata nelle procedure gestionali volte al pronto ripristino dei parametri qualitativi. Si evidenzia che nella maggior parte dei casi rilevati, l’inosservanza dei valori di parametro qualitativi hanno riguardato la percezione di: “odore di cloro”, e solo nella metà di tali osservazioni è stato rilevato un superamento del parametro: “cloro residuo libero” (tra l’altro gli scostamenti dal valore limite sono stati quasi sempre minimi); non sono stati altresì mai evidenziati superamenti dei parametri concernenti i cloruri. Le condizioni di rischio legate ai movimenti tellurici ed al possibile impatto microbiologico ad esso correlato rendono conto di una maggiore clorazione al fine della salvaguardia della sicurezza dell’acqua stessa in condizioni “estreme” nelle quali si sono successe scosse di notevole entità senza interruzione per diversi giorni consecutivi. 

L’azione dei Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Area Vasta n. 3 si è poi estesa anche ad un approfondimento di “alto livello” su alcuni aspetti specificamente correlati al sisma. E’ stato realizzato infatti in collaborazione con ARPA (Nazionale, ARPA Marche e ARPA UMBRIA),  Protezione Civile e P.F. Tutela delle Acque della Regione Marche un progetto di monitoraggio di sostanze radioattive per acque utilizzate per il consumo umano ricadenti nelle zone interessate dalla sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016. L’acqua potabile può contenere sostanze radioattive di origine artificiale mentre normalmente, in misura variabile contiene, sostanze radioattive di origine naturale. La presenza di radionuclidi di origine naturale è un fenomeno comune a tutte le acque e presenta una variabilità sia a livello territoriale che temporale dovuta a fattori idrogeologici e geologici, caratteristiche chimiche e fisiche degli acquiferi, fenomeni metereologici, miscelamento delle acque di falda. In caso di eventi sismici rilevanti come quelli che hanno interessato l’area marchigiana la presenza di sostanze radioattive quali il radon nelle acque adibite al consumo umano poteva essere concreta. L’attività di monitoraggio proposta è stata estesa a n.8 punti di prelievo (N. 4 sussistenti sul territorio dell’AV3) distribuiti in tutta l’area interessata dagli eventi sismici principali che si sono susseguiti a partire dal 24 agosto 2016. Le attività sono consistite nell’individuazione gps dei punti di prelievo, nel prelievo dei campioni di acqua da analizzare secondo specifiche metodologie previste, mappatura dei punti di campionamento e analisi di laboratorio. I controlli delle acque erano finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive. Per quanto riguarda le sostanze radioattive naturali, scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione dei radionuclidi nelle acque e stimare la dose alla popolazione. La concentrazione degli elementi radioattivi nelle acque sotterranee dipende essenzialmente dai materiali che costituiscono le diverse formazioni geologiche con cui tali acque vengono a contatto. Dipende tuttavia anche da altri fattori, sia di tipo fisico che di tipo chimico, i quali determinano il trasferimento o la permanenza di particolari radionuclidi nelle acque stesse. Una recente raccomandazione della Comunità Europea prende in considerazione il problema dell’esposizione della popolazione causato dalla presenza di 222Rn e di alcuni suoi prodotti di decadimento. Il 222Rn è l’isotopo più abbondante del radon, un gas naturale α-emettitore appartenente alla serie di decadimento dell’238U. Il radon presente nelle acque destinate al consumo umano può causare un’esposizione per ingestione o per inalazione.

A seguito delle analisi di laboratorio effettuate è emerso che tutti i campioni presentavano soltanto pochi Bq/l e quindi molto al di sotto da quanto previsto Il D.Lgs 15 febbraio 2016, n. 28 che recepisce e attua la direttiva 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano (provvedimento in vigore dal 22/03/2016). 

In conclusione possiamo affermare che l’azione del Sistema (Nazionale e Regionale) che tra i diversi attori ha coinvolto in prima linea anche il SIAN dell’AV3 (afferente al Dipartimento di Prevenzione AV3) è stata un’azione tempestiva, mirata che è riuscita con strumenti gestionali e tecnici anche innovativi, a garantire un alto livello di sicurezza per la popolazione.

Degna di encomio l’abnegazione di quegli operatori che sono stati essi stessi in primis colpite dai danni derivati dal sisma e che con uno sforzo enorme hanno garantito un’elevata qualità ed efficacia nelle azioni realizzate.

 

Autore: Dott. Massimiliano Biondi, Medico Dirigente SIAN AV3  (sede di Camerino)  

 

Nota: la produzione della presente reportistica in attuazione della DET DG n. 734/16 è stata definita in accordo con il Dott. Torresi (Dirigente Coordinatore del  Gruppo Flussi Informativi V.S.A  ASUR Marche e Referente dei flussi informativi V.S.A. per l’AV3) e con il Dott. Baiguini (Direttore Editoriale Portale Vesa Marche).

 

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