Tanti insetti … tanti scopi
Gli insetti in natura sono importanti in diversi ambiti. Primo fra tutti per l’impollinazione: oltre il 75% delle principali colture agrarie e circa il 90% delle piante selvatiche da fiore necessitano di impollinatori (api, bombi, coleotteri ed altre specie) per trasferire il polline da un fiore all'altro facilitando la riproduzione delle piante, la produzione di semi e frutti e garantire la biodiversità. Purtroppo molte specie impollinatrici sono soggette a minacce crescenti per la distruzione degli habitat naturali, come prati, siepi, boschetti, con conseguente riduzione della disponibilità di cibo e di rifugi per gli stessi insetti; per l'uso improprio o prolungato di pesticidi in agricoltura e per il diserbo in aree urbane/periurbane; per i cambiamenti climatici che coinvolgono direttamente gli insetti (aumentata velocità di sviluppo, riduzione dimensioni corporee, cambiamenti nel comportamento) o indirettamente le piante che visitano.
Altri ambiti cruciali che riguardano gli insetti sono: la lotta biologica verso i parassiti delle piante da parte di insetti predatori come coccinelle; l’ecosistema essendo fonte di cibo per molti animali e decompositori della materia organica; la produzione di prodotti derivati come miele, seta, biodiesel e coloranti. Ma gli insetti sono anche allevati sia come Novel Food per il consumo umano, sia come Feed da utilizzare come mangime o vivi per l’alimentazione di pets non convenzionali. Un altro importante settore è quello della ricerca scientifica al fine di testare l’efficacia di insetticidi e repellenti; per ottenere insetti sterilizzanti come Wolbachia ecc…Non va inoltre dimenticato che alcuni insetti (flebotomi, zanzare Aedes, Culex, Anopheles) sono vettori di malattie e quindi implicati nella sanità pubblica e animale.
Allevare insetti…perché?
Il crescente interesse ad allevare insetti è dovuto a diversi fattori:
- vantaggi di tale tipologia di allevamento: economia circolare, uso di prodotti di scarto, cicli di allevamento rapidi, ecosostenibilità con impatto ambientale minimo rispetto al bestiame con minor dispendio di acqua, minor spazio, minor produzione di gas serra;
- richiesta sempre maggiore di materie proteiche per l’alimentazione animale;
- attualmente le fonti proteiche più comunemente usate sono la farina di soia e la farina di pesce ma i prezzi sono in costante aumento;
- gli insetti sono una fonte proteica ad elevato valore biologico, da usare in alternativa e/o in aggiunta ad altri mangimi per gli animali destinati alla produzione di alimenti;
- gli insetti fanno già parte della dieta di circa 2,5 miliardi di persone e si prospetta una forte crescita nelle diete occidentali oltre ad essere un alimento naturale per diverse specie animali quali roditori, rettili, avicoli, pesci.
L’uso degli insetti come materia prima nei mangimi è molto recente. Ciò è da ricollegare alla problematica verificatosi in passato con l’encefalopatia spongiforme bovina.
Allevamenti di insetti…quali?
Gli allevamenti di insetti sono per il 92% selvatici, per il 6% semi-domesticati e per il 2% allevati. Nel primo caso i rischi sono maggiori sia per lo stato sanitario ignoto e per la comunque possibile presenza di Vibrio, Streptococcus, Staphylococcus, Clostridium, Bacillus, Campylobacter ecc… e sia per la facile bioaccumulazione di contaminanti come metalli pesanti, pesticidi, microplastiche.
Specie allevabili…quali sono autorizzate?
Le specie di insetti allevabili sono attualmente in n. di 8 ma inizialmente, a partire dal 15 giugno 2017 erano 7: Hermetia illucens, Musca domestica, Tenebrio molitor, Alphitobius diaperinus, Acheta domesticus, Gryllodes sigillatus e Gryllus assimilis. Nel 2021 è stata aggiunta Bombyx mori.
Impiego per gli animali d’allevamento…dove?
E’ammesso l’utilizzo di insetti per l’alimentazione del pollame, dei suini e dei pesci d’allevamento. Sono vietati nei mangimi per ruminanti.
Operatore del settore dei mangimi o allevatore?
Chi alleva insetti ha una doppia “anima” perché è sia un operatore del settore mangimi (OSM) e come tale deve registrarsi secondo il Reg. CE 183/2005 ma è anche un allevatore ovvero un operatore del settore agricolo al pari degli altri allevatori di animali e come tale deve registrarsi in Banca Dati Nazionale (BDN) ai sensi del D.Lgs. 134/2022 e del suo manuale operativo. Quest’ultimo riconoscimento gli permette di poter accedere ai contributi agricoli e ai Piani di Sviluppo Rurale.
Le tipologie sono:
- Allevatore di insetti da riproduzione (ciclo aperto) per rifornire altri allevamenti da ingrasso;
- Allevatore da ingrasso che riceve gli animali o li espone;
- Allevatore a ciclo chiuso che riproduce e alleva ai fini della vendita o per autoconsumo.
Iniziare l’attività…cosa fare?
Chi intende allevare insetti innanzitutto deve fare uno studio di fattibilità riguardante:
- L’identificazione e lo scopo dell’allevamento;
- L’identificazione della specie da allevare:
- Il luogo di allevamento;
- I fornitori: della materia prima, impianti, consulenza, potenziali clienti.
A ciò segue l’iter amministrativo ovvero la richiesta di inizio attività da indirizzare al SUAP del Comune capoluogo dell’allevamento per essere quindi inserito in BDN. Inoltre, deve registrarsi anche come OSM presso la competente autorità sanitaria locale. Se intende allevare insetti per uso alimentare, deve fare domanda alla Commissione Europea, secondo l’art. 10 del Reg. UE 2283/2015.
Misure di controllo sanitario…dove e come?
Il controllo del rischio sanitario negli allevamenti di insetti è attuabile solo attraverso l’adozione di misure preventive poiché non esistono antibiotici o vaccini registrati.
In primis, individuare gli agenti potenzialmente patogeni e le malattie che possono colpire gli allevamenti intensivi in base alle caratteristiche della propria realtà produttiva.
Secondo, applicare misure di biosicurezza per evitare l’introduzione e la diffusione di patologie; monitorare la presenza di sostanze e/o di agenti patogeni nei substrati, negli ambienti e negli insetti introdotti; redigere procedure per la gestione di focolai/quarantene; utilizzare buone prassi igieniche lungo tutto il processo produttivo.
In particolare, per quanto riguarda lo stabilimento bisogna considerare l’ubicazione, come la vicinanza da centri abitati o da siti potenzialmente pericolosi (paludi o acquitrini); i locali, le strutture e le attrezzature devono evitare la dispersione di animali; devono essere previste aree separate per le diverse fasi di allevamento e locali di servizio; separazione dei percorsi tra sporco e pulito. L’operatore deve prevedere delle procedure documentate per le norme di biosicurezza e le Buone pratiche di allevamento con l’identificazione dei punti critici dell’attività. Tale documentazione deve essere presentata prima della registrazione e ottenere parere favorevole da parte dell’Azienda Sanitaria Locale.

Per quanto riguarda la gestione degli animali, bisogna tener conto del fatto che gli insetti vivi sono soggetti a patologie specifiche che possono entrare in allevamento attraverso l’introduzione di nuovi soggetti infetti/contaminati, l’utilizzo di substrato contaminato, la contaminazione esterna da agenti animati (roditori, uccelli, altri invertebrati, personale) o inanimati (impianto di aereazione), con accumuli di biofilm in impianti e attrezzature. Tale evenienza può provocare la distruzione dell’intero allevamento o parte di esso.
Durante la fase di trasporto porre particolare attenzione alla pulizia e disinfezione dei veicoli e dei contenitori. Questi ultimi devono essere adeguati alle specie da trasportare e consentire l’aerazione. La durata del trasporto non può essere oltre i tre giorni. Se superiore, dotare i contenitori di mezzi idonei che assicurino temperatura e umidità adeguate alle specie da trasportare (specie eterometabole: da 15 a 20 °C; specie olometabole tra 5 e i 10 °C; Hermetia illucens fino a 20 °C). In base al tempo di viaggio considerare la necessità di alimentazione e/o abbeveraggio. Nei documenti di trasporto deve essere specificata la destinazione d’uso finale degli insetti.
Il personale deve essere adeguatamente formato sulle modalità di allevamento e di trasporto, sui principi di biosicurezza, sui principali patogeni e parassiti ed essere quindi capace di rilevare precocemente i segni e i sintomi delle malattie. Qualsiasi sospetto di malattia deve essere comunicato tempestivamente, entro 12 ore dal sospetto, alla autorità competente.
Gli animali infestanti rappresentano un pericolo per la sicurezza degli alimenti, dei mangimi derivati dagli insetti e per la salute stessa degli insetti pertanto, deve essere attuato un programma documentato di controllo oltre a sigillare ermeticamente eventuali orifizi, mentre finestre, porte e prese d'aria devono essere dotate di dispositivi adeguati (es: zanzariera con maglie di diametro inferiore a 0,22 mm).
Gestione igienica del substrato utilizzato…come?
Per Frass si intende una “miscela di escrementi derivati da insetti di allevamento, substrato alimentare, parti di insetti, uova morte, con un contenuto di insetti morti non superiore al 5% o 3% in peso”. Per immetterlo sul mercato deve essere sottoposto ad idoneo trattamento (70°C per almeno 1 ora), in alternativa può essere eliminato secondo quanto previsto dal Reg. CE 1069/2009, art. 13. Se fatto maturare potrebbe essere utilizzato in agricoltura come fertilizzante. A tal proposito, l’Ipiff (the International Platform of Insects for Food and Feed) nel 2021 si è posto come obiettivo quello di proporre a livello europeo una armonizzazione delle normative sulle deiezioni animali, in particolare per il “letame” di insetti. Obiettivo raggiunto con il Reg. UE 1925/2021.
Raccolta degli insetti destinati all’alimentazione animale…come?
Separare gli insetti vivi (in base alla specie) dal substrato e dal frass mediante l’uso di setacci manuali o automatici (per larve) o separatori (per adulti). È responsabilità dell’operatore individuare le procedure di raccolta più indicate, tenendo conto delle caratteristiche specifiche di ogni specie. Considerando che il contenuto del sistema digerente può contribuire in maniera significativa alla concentrazione dei contaminanti negli insetti, ove possibile, prima o dopo la raccolta, è utile osservare un periodo di digiuno. Tutta l’attrezzatura deve essere adeguatamente pulita, lavata e disinfettata prima del riutilizzo nel ciclo di produzione.
Importazione di insetti vivi destinati all’alimentazione animale…è possibile?
Non esistono disposizioni che vietino l’importazione nel territorio della UE, purché privi di agenti patogeni e certificati dalla autorità competente del paese di origine. A tal proposito il Ministero della Salute ha predisposto un modello di certificato.
Le importazioni di insetti trattati destinati all’alimentazione di animali di allevamento per la produzione di alimenti, sono vietate poiché tale uso non è ammesso nel territorio unionale.
Problematiche sanitarie…per gli insetti allevati
Gli insetti possono essere colpiti da agenti biologici (virus, batteri, protozoi, funghi, nematodi, parassitoidi) soprattutto in condizioni di elevate densità di allevamento. Le vie di introduzione sono molteplici: orale, tegumento, apertura anale/spiracoli, trasmissione verticale. Come conseguenza è possibile la distruzione di tutti gli esemplari presenti nello stabilimento con ingenti perdite economiche.
Particolare attenzione deve essere rivolta alla Salmonella: S. Infantis persiste nell’allevamento di insetti per tempi variabili, fino a 22 (24) giorni in Tenebrio molitor e fino a 15 giorni in Acheta domesticus. Comunque, il consumo giornaliero molto basso di mangime per singolo insetto e la distribuzione disomogenea della Salmonella nel mangime probabilmente rende l’uptake di Salmonella estremamente variabile. Anche il rischio di introduzione di tale patogeno tramite il mangime è basso, tuttavia se introdotto può persistere per tempi lunghi e quindi essere presente al momento della trasformazione in alimento/mangime.
Possono essere interessati anche da agenti chimici e/o sostanze tossiche assunti con la dieta o dall’ambiente. Tra i fattori fisici-meccanici ricordiamo l’errata gestione-manipolazione degli animali, stabulazione e condizioni ambientali non idonee (temperatura, umidità relativa, gabbie, substrati/lettiera, illuminazione, sovraffollamento). Non vanno trascurati i fattori genetici, infatti, se da una parte i cicli vitali brevi consentono di avere in poco tempo molte generazioni facilitando la selezione positiva di alcuni caratteri, ugualmente, l’insorgenza di una mutazione negativa può portare alla perdita di molti soggetti allevati.
Problematiche sanitarie…per l’uomo
L’uomo può essere coinvolto in problematiche sanitarie sia come allevatore, sia durante la manipolazione di insetti edibili e sia come consumatore.
Anche le persone possono essere interessate da agenti biologici veicolati da insetti pur se in genere i patogeni propri degli insetti non colpiscono uomo e animali e non sono zoonotici, in virtù della grande distanza filogenetica fra insetti e mammiferi.
Fondamentale risultano l’applicazione delle buone pratiche di allevamento e l’uso di trattamenti come l’essicazione e la bollitura durante la lavorazione. Gli insetti possono veicolare anche altri agenti patogeni, che non si replicano in essi, fungendo da meri trasportatori, ma che sono patogeni per gli organismi superiori. In particolare è stato dimostrato come il virus della Peste Suina Africana, possa essere veicolato da larve di T. molitor e di H. illucens. Lo stesso vale per la proteina prionica della Scrapie.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello degli allergeni, sia perché filogeneticamente gli insetti sono simili ai crostacei e sia per l’elevato contenuto proteico con conseguenti fenomeni allergici per ingestione, inalazione e/o contatto. Oltre ai consumatori, le figure professionali maggiormente esposte sono gli allevatori, il personale che li manipola e i fornai.
Negli Stati Uniti la prevalenza di allergie da blatte varia dal 17% al 41% mentre in Cina il 18% delle reazioni fatali al cibo sono dovute al consumo di insetti.
Responsabilità e controlli ufficiali…quali?
Sono previsti controlli ufficiali sul sistema Identificazione & Registrazione come da art. 14 del D.Lgs 134/2022 e DM 07/03/2023 allegato I, cap. 7 ed 8.
Poiché gli insetti sono considerati animali d’allevamento, gli operatori che li detengono sono tenuti al rispetto dei requisiti di sanità animale e di biosicurezza (art. 10 Reg. UE 429/2016).
Qualsiasi sospetto di malattia deve essere notificato all’autorità competente tempestivamente e non oltre le 12 ore dal sospetto e, in caso di inadempienza, sono previste sanzioni ai sensi dell’art.23 del D.Lgs. 136/2022.
Autore Dott.ssa Maria Gabriella Pistilli
La FAO nel dicembre 2020 ha pubblicato una guida per la gestione di allevamenti da insetto sostenibili.
La presente nota è stata redatta in attuazione alla Determina DG/ASUR n.734/2016 nell’ambito della comunicazione del rischio, AST Ascoli Piceno – 2025