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ALLUMINIO NEGLI ALIMENTI: RISCHI PER IL CONSUMATORE

Nuovo parere del CNSA

  • 6 dicembre 2019
  • Autore: Redazione VeSA
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La Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGISAN) ha richiesto un secondo parere al Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA) in relazione alla “Esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare”.

La nuova richiesta sulla sicurezza d'uso dell'alluminio nei materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) è stata effettuata alla luce della relazione finale dello studio svolto dal Laboratorio nazionale di riferimento (LNR) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) (“Studio dell’esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare”, volto a verificare se la migrazione dell’alluminio derivante dall’uso di contenitori utilizzati per la cottura o la conservazione degli alimenti rappresentasse un rischio per i consumatori in condizione reali di esposizione), dello studio di “Dieta Totale Nazionale dell'ISS e di una ricerca condotta dall'Università di Milano (“Determinazione del contenuto di alluminio in alimenti quali manzo, pollo, e pesce in seguito a cottura utilizzando pellicola commerciale di alluminio”).

Facendo riferimento ai nuovi studi, il CNSA conferma le conclusioni del precedente parere del 2017:

1. la contaminazione del cibo per fenomeni migrazionali da utensili o imballaggi è un'importante fonte di esposizione alimentare all'alluminio;

2. la cessione di alluminio dai MOCA è condizionata dalle modalità di uso;

3. l'esposizione alimentare ad alluminio attraverso i materiali a contatto può portare ad un superamento della TWI (*) stabilita da EFSA nel 2008, con un potenziale rischio per la salute per fasce vulnerabili della popolazione, rappresentate dai bambini sotto i 3 anni, anziani sopra i 65 anni, donne in gravidanza, persone con funzionalità renale compromessa.

 

La Sezione 1 del CNSA ritiene quindi necessario l’elaborazione di un piano di monitoraggio relativo alla presenza e rilascio di alluminio dai MOCA (in modo da raccogliere una congrua base di dati di sorveglianza a livello nazionale) e che venga avviata un'adeguata attività di informazione e comunicazione circa il corretto uso dei MOCA contenenti alluminio per la produzione e la preparazione degli alimenti, rivolta sia ai consumatori sia alle imprese. A tal proposito viene suggerito l'inserimento dell’uso corretto dei MOCA nei manuali aziendali di corretta prassi igienica.

 

Inoltre, il CNSA raccomanda:

1. la considerazione dei dati disponibili ai fini di un’eventuale definizione di un limite di migrazione a livello comunitario così come previsto per MOCA di materia plastica;

2. la promozione da parte del Ministero della Salute di studi sulla valutazione del rischio per la salute umana derivante da MOCA contenenti alluminio, anche in vista di un possibile aggiornamento della TWI definito da EFSA (valore stabilito più di 10 anni fa e basato esclusivamente su studi tossicologici sperimentali);

3. l’uso di materiali alternativi o leghe che minimizzino la cessione.

 

(*): la TWI è la dose settimanale tollerabile e per l'alluminio è stata calcolata come pari a 1mg/kg p.c./settimana, corrispondente ad es. a 20 mg e 70 mg di allumino/settimana, rispettivamente, per un bambino di 20 kg e per un adulto di 70 kg.

 

Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola

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