Con Deliberazione della Giunta Regionale n. n.1300 del 03/08/2009 è stato emanata la nuova classificazione sanitaria delle acque marine della nostra regione, per la produzione dei molluschi bivalvi.
L’atto normativo costituisce una revisione della classificazione già esistente, realizzata dopo valutazione dei dati forniti dal Piano di sorveglianza delle zone di produzione e stabulazione dei molluschi bivalvi
Tale Piano di sorveglianza, attuato fin dal 1999 dai Servizi Veterinari delle Aree Vaste costiere dell’ASUR, ha fornito numerosi dati, ottenuti effettuando analisi ripetute routinariamente per la ricerca di batteri dannosi per la salute umana o indicatori di inquinamento delle acque marine, per la verifica della presenza in mare di plancton tossico e nei molluschi di biotossine algali o metalli quali piombo, cadmio e mercurio.
La classificazione delle zone marine ove si raccolgono e/o allevano molluschi ed i relativi criteri di realizzazione sono previsti dalle norme europee del c.d. “pacchetto igiene”
Le acque marine prospicienti la nostra regione vengono così classificate in zone di produzione di tipo A, in cui è consentita la raccolta e l’utilizzo per il consumo umano diretto dei molluschi bivalvi e zone di produzione di tipo B nelle quali è consentita la raccolta e l’utilizzo per il consumo umano dei molluschi bivalvi soltanto dopo che gli stessi abbiano subito un trattamento in un centro di depurazione o dopo un periodo di vita (“stabulazione”) in acquee idonee.
Nell’Allegato A della D.G.R.M. n.1300/2009 vengono indicate le zone marine classificate di tipo A, nell’Allegato B le zone classificate come B.
Nella norma si ribadisce inoltre il divieto di raccolta dei molluschi bivalvi all’interno dei porto canali, nelle zone marine intorno ad essi ed intorno alle foci dei corsi d’acqua (Allegato C).
Tutte le zone oggetto di classificazione vengono precisamente identificate da coordinate geografiche.
Inoltre, vengono contemplate specie di molluschi non indigene, ma che giunte in Adriatico in maniera accidentale per involontario apporto dell’uomo, si sono ambientate benissimo nel nostro mare, come la Anadara inaequivalvis e la Anadara Demiri, di origine indo-pacifica.
La presenza di cartine geografiche allegate alla Deliberazione n.1300è di aiuto nella definizione spaziale delle diverse zone oggetto di classificazione
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Ultimo aggiornamento :settembre 2012