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L’ EFSA si esprime su un nuovo approccio al problema biotossine marine

  • 13 ottobre 2009
  • Autore: Redazione VeSA
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Il gruppo scientifico sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM) ha pubblicato un parere scientifico in cui ribadisce che consumare molluschi contaminati da biotossine marine dei gruppi delle yessotossine o pectenotossine ai livelli ammessi nell’Unione europea non rappresenta un rischio per la salute. Tuttavia, gli esperti affermato che coloro che consumano molluschi contaminati da tossine dei gruppi dell’acido okadaico, degli azaspiracidi, delle saxitossine o dell’acido domoico potrebbero mettere a repentaglio la propria salute. Tale parere riunisce le conclusioni di sei precedenti valutazioni del rischio sulle biotossine marine. Per ciascun tipo di tossina viene stabilita la quantità che può essere consumata nell'arco di 24 ore senza rischi apprezzabili per la salute (la dose acuta di riferimento). Tali quantità sono state poi confrontate con i dati sul consumo di molluschi e sulla presenza di tossine provenienti da vari Paesi dell’UE, allo scopo di valutare i limiti in vigore nell’UE.

 

Il nuovo orientamento, indirizzato a conciliare il problema della presenza di biotossine nei molluschi marini e le esigenze di non penalizzare eccessivamente il mondo della produzione dei molluschi eduli, sta evolvendo verso la tendenza ad  ammettere in commercio anche prodotti contenenti queste sostanze estranee ma ad un livello tale da non creare rischi al consumatore che non ecceda nei quantitativi e nella frequenza del consumo di molluschi.

Tutto ciò, comunque, pur nella sua connotazione di ponderata conclusione scientifica, non esclude del tutto l’eventualità,  per il  forte consumatore di molluschi, che utilizzi con elevata frequenza questi prodotti nella sua alimentazione,  di poter incorrere in problemi di ordine immediato come sintomi gastrointestinali, né analizza completamente il problema remoto della tossicità a lungo termine. Nuovi dati scientifico-analitici contribuiranno a creare ulteriore bagaglio di notizie, atto a circostanziare ancora di più queste eventualità.

Il progressivo abbandono della tecnica analitica che utilizza il test sul topino vivo per la rilevazione della presenza/assenza di certe tossine nei molluschi, a favore del test chimico che, per ognuna di queste sostanze, può stabilire, oltre alla presenza eventuale, anche il dosaggio quantitativo di essa, porterà quasi sicuramente a stabilire valori soglia che permetteranno un più ragionevole e precauzionale criterio per stabilire se una partita di molluschi possa essere ammessa al consumo umano senza incorrere in alcun tipo di rischio per il consumatore, stabilendo dei margini precauzionali ampi e tali da alleggerire ancora di più il concetto di  pericolo per la salute legato al quantitativo consumato.

Il consumo dei molluschi deve diventare, quindi, informato e consapevole;
ciò impone una doverosa e corretta informazione dei consumatori esercitata però non dai comuni mezzi di comunicazione di massa bensì dagli operatori sanitari che operano sul campo, perché le notizie siano corrette, complete, esaustive e mai improntate al sensazionalismo che troppo spesso ha travalicato i limiti della correttezza dell’informazione sanitaria.

Leggi il comunicato in italiano


Leggi il documento“Marine biotoxins in shellfish – Summary on regulated marine biotoxins”  in inglese



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Ultima modifica: 13 ottobre 2009

 

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