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Controlli analitici 1.3.4 Linee guida per il controllo delle aflatossine negli alimenti, nei mangimi e nel latte

  • 24 gennaio 2024
  • Autore: Redazione VeSA
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1.3.4 Linee guida per il controllo delle aflatossine negli alimenti, nei mangimi e nel latte

Normativa di riferimento

  • Direttiva CE n. 32 del 07.05.2002 del Parlamento europeo e del Consiglio e successive modifiche, relativa alle sostanze indesiderabili nell'alimentazione degli animali
  • Regolamento (CE) n. 401/2006 del 23.02.2006 della Commissione relativo ai metodi di campionamento e di analisi per il controllo ufficiale dei tenori di micotossine nei prodotti alimentari
  • Regolamento (CE) n. 152/2009 del 27.01.2009 della Commissione che fissa i metodi di campionamento e d'analisi per i controlli ufficiali degli alimenti per gli animali
  • Regolamento (UE) n. 2015/786 del 19.05.2015 della Commissione che stabilisce i criteri di accettabilità dei processi di detossificazione applicati ai prodotti destinati all'alimentazione degli animali, come previsto dalla Direttiva 2002/32/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio
  • Regolamento (UE) n. 2023/915 del 25.04.2023 relativo ai tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti e che abroga il regolamento (CE) n.  1881/2006
  • D. Lgs. n. 149 del 10.05.2004 Attuazione delle Direttive n. 2001/102/CE, n. 2002/32/CE, n. 2003/57/CE e n. 2003/100/CE, relative alle sostanze ed ai prodotti indesiderabili nell'alimentazione degli animali.
  • Circolare Min.  Sal. n. 10 del 09.06.1999 Direttive in materia di controllo ufficiale sui prodotti alimentari: valori massimi ammissibili di micotossine nelle derrate alimentari di origine nazionale, unionale e Paesi terzi.
  • Circolare Min.  Sal. del 10.12.2009 Abrogazione dei tenori massimi di ocratossina A nel cacao e nei prodotti a base di cacao. Allineamento con l’Unione Europea.

-Nota Dirigente P.F. PVSA n.  6164 del 10.07.2017 Linee guida regionali per il controllo delle aflatossine nei cereali per uso umano, nei mangimi e nel latte

Servizi coinvolti: SIAPZ-SIAOA-SIAN; è opportuna l’adozione di una procedura unica interservizi per il controllo delle aflatossine.

Descrizione

Le micotossine sono contaminanti naturali prodotti da funghi, frequentemente diffusi nell’ambiente; la presenza di tali tossine, quindi, non è completamente attribuibile all’azione dell’uomo e non è mai del tutto eliminabile e controllabile. L’approccio al loro controllo deve essere di tipo sistemico e prevede l’adozione di più misure in tutte le fasi che interagiscono co l’infezione e con l’accumulo delle tossine nella granella dal campo alla fase di post-raccolta, fino alla trasformazione in prodotti finiti.

Le condizioni per la produzione di micotossine ed in particolare di aflatossine da parte dei diversi tipi di funghi produttori corrispondono a temperature comprese tra 25°C e 32°C e a valori di acqua libera (Aw) tra 0,82 e 0,87. Le aflatossine vengono prodotte preferenzialmente su substrati ricchi di carboidrati e mentre le aflatossine B1 e B2 sono prodotte sia dall'A. flavus e dall'A. parasiticus, le G1 e G2 sono prodotte solo dal secondo. 

La produzione di aflatossine da parte dell'A. flavus risulta inoltre particolarmente abbondante in stagioni con temperature superiori e piovosità inferiori alla media, come è accaduto nelle annate 2003 e 2012. Inoltre, la presenza di insetti spesso coincide con alti livelli di aflatossine specie nel caso della piralide del mais (Ostrinia nubilalis), poiché gli insetti sono da considerare tra i maggiori responsabili della contaminazione (veicolazione delle spore fungine e danneggiamento alla pianta con un’aumentata condizione di stress e conseguente aumento del rischio di esposizione della stessa all’attacco fungino).

La problematica della contaminazione da micotossine ha quindi delle ripercussioni importanti non solo in campo veterinario (mangimi e latte), ma anche nel campo dell’alimentazione umana: le condizioni climatiche verificatesi in Italia nel recente biennio 2012-2013, caratterizzate da una prolungata siccità estiva, hanno determinato un'accresciuta contaminazione da aflatossine nelle produzioni di mais, in particolare in quelle aree territoriali in cui, alle temperature più elevate rispetto agli anni passati, la raccolta delle materie prime è stata ritardata.

La criticità non può considerarsi definitivamente risolta poiché la presenza delle aflatossine non dipende completamente da azioni umane, ma si associa, come già accennato, ad eventi climatici, ai trattamenti dei campi ed alle tecniche di coltivazione, alla presenza di insetti, alle modalità di stoccaggio e conservazione dei cereali (mais in particolare).

La contaminazione che colpisce la granella di mais per uso alimentare e mangimistico, rischia di trasferire il problema (aflatossina B1) agli animali e alla produzione di latte.

La contaminazione del latte da aflatossina M1 avviene attraverso la somministrazione di alimenti zootecnici contaminati da aflatossina B1.

Il Regolamento (CE) n. 2023/915 e successive modifiche stabilisce due distinti tenori massimi nel mais per l’aflatossina B1 e le aflatossine totali, a seconda che si tratti di mais e relativi prodotti di trasformazione destinati al consumo umano diretto o all’impiego come ingredienti di prodotti alimentari, oppure di mais da sottoporre a cernita o ad altro trattamento fisico prima del consumo umano, riconoscendo la possibilità di ricorrere a tecniche di decontaminazione laddove non è stato possibile prevenire la presenza del contaminante. Stabilisce inoltre i limiti di aflatossine nel mais destinato agli alimenti per la prima infanzia e di aflatossina M1 nel latte crudo.

Per i mangimi, la normativa di riferimento è la Direttiva n. 2002/32/CE e successive modifiche, relativa alle sostanze indesiderabili nell'alimentazione degli animali, che stabilisce i limiti di aflatossina B1 nei prodotti destinati all’alimentazione animale. Tale normativa unionale prevede la possibilità di ricorrere alla pulizia o altro trattamento fisico, nonché alla detossificazione dei prodotti destinati all’alimentazione animale al fine di abbattere la contaminazione e conformare i mangimi ai limiti massimi di cui alla suddetta Direttiva, così come richiamato nella Nota Ministeriale prot. n. 18742 del 16.10.2012. Nel Regolamento (UE) n. 2015/786 vengono stabiliti i criteri di accettabilità dei processi di detossificazione applicati ai prodotti destinati all'alimentazione degli animali.

In un’ottica di CONTROLLO DELLA FILIERA è stato emanato un piano di controllo ufficiale specifico che riguarda le aziende di produzione di cereali, gli impianti di lavorazione e deposito dei cereali (granella e farine), i mangimifici e l’intera filiera lattiero-casearia (allevamenti da latte, i centri di raccolta, di trattamento termico e di trasformazione del latte), concentrandosi sulla corretta applicazione dei piani gestione del rischio aflatossina.

Con la nota prot.6164 del Dirigente della P.F. PVSA del 10.07.2017, sono state ridefinite le linee guida regionali per il controllo delle aflatossine negli alimenti. Le linee guida prevedono, tra l’altro, il controllo delle aflatossine nelle aziende di produzione latte richiedendo ai servizi SIAOA delle AASSTT la definizione di un piano di campionamento specifico basato sui livelli di rischio, da attuare presso i centri di raccolta e gli stabilimenti di trattamento e trasformazione del latte. Tali piani di campionamento devono essere comunicati al Settore PVSA.

Il Piano fa salvi i campionamenti previsti per la ricerca di Aflatossina M1 nel latte e di Aflatossina B1 negli alimenti per animali previsti dai PNR e PNAA. I piani di cui sopra si integrano inoltre con quanto previsto in materia dal PAMA vigente. Con riferimento alla ricerca delle aflatossine in alimenti, con nota della P.F. PVSA, prot. 5904 del 21.05.2020, sono state date indicazioni per la valutazione della conformità dei formaggi e derivati del latte relativamente alla contaminazione delle aflatossine M1, tramite il calcolo del fattore di concentrazione riferito allo specifico prodotto trasformato qualora l’OSA non fosse in grado di definirlo.

Sintesi delle attività

Obiettivi 2023-2027

Obiettivi strategici: l’approccio di filiera consente il controllo delle aflatossine attraverso la realizzazione di un’attività di monitoraggio volta a controllare e ridurre la presenza di aflatossine negli alimenti.

  1. Esecuzione attività ispettiva e di campionamento secondo programmazione, rendicontazione dell’attività effettuata, analisi dei risultati e feedback.

Indicatori e Valori Attesi

 

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