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Prevenzione dell'intossicazione da funghi in Area Vasta 2

  • 29 dicembre 2022
  • Autore: Redazione VeSA
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L’utilizzo dei funghi come alimento ebbe inizio già nella preistoria.

L’uomo cominciò ad utilizzarli sia per uso alimentare, sia magico (funghi allucinogeni), ma si rese subito conto che alcuni erano commestibili e altri velenosi.

Nel Medioevo fioriscono intorno ai funghi, che si ritengono appartenenti al mondo delle streghe, bizzarre credenze popolari. Si crede, per esempio, che alcuni prodotti o materiali (come monete, cucchiaio d'argento o l'aglio)  anneriscano  o cambino colore al contatto con funghi tossici o velenosi.

Sempre in passato vi era la credenza che i funghi diventassero tossici per essere stati a contatto con piante o animali velenosi.

Ancora oggi alcune di queste credenze  sono diffuse nella popolazione.

Allo stato attuale non esiste una metodologia per determinare preventivamente la tossicità di un fungo (reazioni di animali da laboratorio a cui sono stati somministrati funghi tossici).

Anche le analisi chimiche non sono sempre di aiuto; non sempre, infatti, la presenza di elementi tossici in un fungo coincide con la tossicità del fungo stesso.

La commestibilità dei funghi è determinata sulla base di osservazioni ripetute sulle conseguenze successive al loro consumo (intossicazione o meno); pertanto solo con l’esperienza  si è potuto dimostrare che esistono specie innocue e altre tossiche e/o velenose e questo dipende dalle  caratteristiche intrinseche dei carpofori (corpo fruttifero).

Da questo deriva che i funghi con commestibilità sconosciuta devono essere esclusi dall’utilizzo alimentare fino a quando  la stessa non sia stata statisticamente accertata.

Definizione sulla commestibilità dei funghi

Per funghi commestibili devono intendersi quelli che, dopo il consumo, non danno disturbi di alcun genere e hanno caratteristiche organolettiche accettabili. I funghi per poter essere consumati in sicurezza devono essere cotti in maniera adeguata, fatte salve poche specie fungine che si potrebbero consumare crude dopo adeguata pulizia dei carpofori.

Per funghi tossici si definiscono quelli che se ingeriti causano disturbi lievi di tipo gastrointestinale, neurologici (allucinazioni, turbe neuropsichiche, disturbi nervosi), dispnea, brividi, prostrazione ecc., aventi un esito finale benigno, senza danni associati.

Per funghi velenosi s’intendono quelli che se consumati provocano disturbi molto gravi fino al decesso, con interessamento degli organi parenchimali sui quali, in caso di sopravvivenza, possono rimanere lesioni permanenti.

I principi tossici dei funghi si dividono in due categorie:

  • Principi tossici eliminabili
  • Principi tossici ineliminabili

Principi tossici eliminabili

Rappresentati dalle emolisine, composti tossici di natura proteica, termolabili previa cottura a 60-65 C° in 30 minuti, inattivabili, per alcune specie, anche attraverso l’essiccamento. Dopo tali trattamenti il fungo può essere tranquillamente consumato.

Principi tossici ineliminabili

Sono quelle tossine che nonostante qualsiasi intervento operato sul fungo (cottura-essiccazione) non possono essere eliminati.

In base al periodo di tempo che passa tra l’ingestione del pasto a base di funghi e la comparsa dei primi sintomi di malattia, le intossicazioni vengono suddivise in:

  • Sindromi a lunga latenza: dalle 6 ore alle 24 ore.
  • Sindromi a breve latenza:  da 30 Min. fino a 5 ore.

Le prime sono quelle più pericolose e potenzialmente mortali. Infatti gli interventi curativi iniziano quando ormai il fungo è già stato in gran parte assimilato dall’organismo con i suoi composti tossici.

Le seconde invece sono meno pericolose, perché si è in grado d’intervenire in tempi brevi, anche se la prognosi dipende molto dalla tipologia di soggetto colpito (adulto/anziano, bambino) e dalla quantità ingerita di fungo.

 

Sindromi a lunga latenza

funghi velenosi mortali

 

SINDROME

SPECIE

LATENZA

DANNO PRINCIPALE

DANNI SECONDARI COMPLICAZIONI

DURATA EVOLUZIONE

FALLOIDEA

AMANITA: PHALLOIDES

VERNA

VIROSA

6 – 40 ORE

EPATICO

RENALE NEUROLOGICO

CARDIACO

POLMONARE

MORTALITA’ ELEVATA

 

PARA FALLOIDEA

LEPIOTA:

BRUNNEOINCARNATA

HELVEOLA

 

GALERINA MARGINATA

 

6 – 15 ORE

EPATICO

RENALE

RARI CASI DI MORTALITA’

ORELLANICA

CORTINARIUS:

ORELLANUS

SPECIOSISSIMUS

2 – 17 GIORNI

RENALE INTESTINALE

SURRENALE EPATICO

MOTALITA’ ELEVATA

 

NIFRITE CRONICA

GYROMITRICA

GYROMITRA:

ESCULENTA

GIGAS

6 – 24 ORE

EPATICO RENALE

NEUROLOGICO

RESPIRATORIO

TUBOLONEFRITE

MORTALITA’ BASSA

PAXILLICA

PAXILLUS:

INVOLUTOS

FILAMENTOSUS

2 – 10 ORE

EMOLISI ACUTA

COLLASSO SHOK

MORTALITA’ BASSA

NORLEUCENICA ALLENICA

AMNITA

PROXIMA

 

4 – 10 ORE

EPATICO RENALE

TUBOLONEFRITE

MORTALITA’ BASSA

RABDOMOLITICA

TRICHOLOMA EQUESTRE

1 – 2 GIORNI

DOLORI MUSCOLARI

DISTRUZIONE DEI MUSCOLI STRIATI

MORTALITA’ BASSA

 

Sindromi a breve latenza

funghi tossici e velenosi

SINDROME

SPECIE

LATENZA

DANNO PRINCIPALE

DANNI SECONDARI COMPLICAZIONI

DURATA EVOLUZIONE

MUSCARINICA

CLITOCYBE:

CERUSSATA

DEALBATA

 

INOCYBE:

PATOUILLARDII

RIMOSA

1 – 4 ORE

NEUROLOGICO

 

MIOSI-BRACHICARDIACA

 

TURBE DIGESTIVE

DISTURBI RESPIRATORI

ABBASSAMENTO

PRESSIONE ARTERIOSA

COLLASSO

QUALCHE ORA BENIGNA

 

COPRINICA

COPRINUS ATRAMENTARIUS

 

IMMEDIATAMENTE DOPO ASSUNZIONE D’ALCOOL

EFFETTO ANTABUSE INTOLLERANZA ALL’ALCOOL

ABBASSAMENTO PRESSIONE ARTERIOSA

DA POCHI MINUTI A QUALCHE ORA

BENIGNA

PANTERINICA

AMANITA:

MUSCARIA

PANTHERINICA

1 – 4 ORE

NEUROLIGICO   DELIRIO CONVULZIONI

TALVOLTA SEGNI COLINERGICI TACHICARDIA

QUALCHE ORA BENIGNA

GASTROINTESTINALE

ENTOLOMA LIVIDUM

TRICHOLOMA PARDINUM

OMPHALOTUS OLEARIUS

BOLETUS SATANAS

RAMARIA FORMOSA

ALCUNE RUSSULE

ALCUNI LACTARIUS

HEBELOMA  etc.

1 – 8 ORE

DISTURBI DIGESTIVI

SCOMPENZI ELETTROLITICI

QUALCHE ORA BENIGNA

PSICOTROPA

PSILOCYBE

PANAEOLUS

STROPHARIA

MYCENA

1 – 2 ORE

TURBE NEUROPSITICHE

 

QUALCHE ORA BENIGNA

AGROMELALGICA

CLITOCYBE:

ACROMELALGA

AMOENOLENS

 

1 – 4 GIORNI

ERITROMELALGIA

 

QUALCHE ORA O POCHI GIORNI BENIGNA    

INFRACTINICA

COTINARIUS INFRACTUS

1 – 3 ORE

ANSIA           SUDORE

ATTACCHI DI PANICO

QUALCHE ORA BENIGNA

 

Negli ultimi anni si è assistito a un continuo incremento delle intossicazioni da funghi velenosi, o da funghi commestibili, ma raccolti e consumati quando troppo vecchi, inzuppati d’acqua o in stato di iniziale alterazione.

Questo è dovuto alla maggiore propensione della popolazione al consumo dei funghi e contemporaneamente ad una insufficiente conoscenza delle specie commestibili.

Con la Legge 23.08.1993, n. 352 (Norme quadro in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati), il D.P.R. 14.07.1995, n.376 (Regolamento concernente la disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati) e la  Legge Regionale 25.07.2001, n. 17 finalmente sono state disciplinate sia la raccolta che la commercializzazione dei funghi epigei spontanei e sono stati istituiti presso le Aree Vaste dell’Asur Marche gli Ispettorati Micologici che, oltre ad espletare le funzioni di vigilanza e certificazione dei funghi freschi per la commercializzazione e l’autoconsumo, sono anche di supporto tecnico agli ospedali in caso di avvelenamento.

L’Ispettorato Micologico

L’Ispettorato Micologico è un centro di controllo pubblico istituito dal D.P.R. 14.7.1995, n. 376 art. 1 comma 2° (Regolamento concernente la disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi epigei spontanei freschi e conservati), in attuazione della Legge quadro 23.08.1993, n. 352 e le cui funzioni sono state successivamente ricomprese nei SIAN quale articolazione funzionale dell’Area Funzionale di Igiene degli Alimenti, la cui competenza è riconosciuta nella “Prevenzione delle intossicazioni da funghi. Attività di consulenza e controllo proprie dell’Ispettorato Micologico”.(Decreto Ministeriale 16.10.1998) e, in ambito regionale, per effetto della Legge Regionale 17/2001 e relativa Delibera di Giunta n.79 del 30.01.2006. Inoltre costituisce un LEA di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12.01.017.

Le attività di tipo preventivo sono le seguenti:

  • Controllo e certificazione di commestibilità dei funghi freschi spontanei raccolti dai privati e destinati al consumo diretto (attività svolta in modo gratuito);
  • Interventi in occasione di presunte intossicazioni derivanti dal consumo di funghi raccolti da privati per autoconsumo o consumati presso pubblici esercizi (comprese indagini epidemiologiche);
  • Vigilanza sulla commercializzazione, somministrazione e condizionamento dei funghi epigei spontanei freschi, secchi e/o conservati;
  • Attività educativa e informativa nei confronti delle scuole, della popolazione in genere e degli operatori che lavorano nella ristorazione collettiva o nel settore ortofrutticolo;
  • Consulenza ai Comuni, alle Comunità Montane, e altri Enti per la regolamentazione e vigilanza in campo micologico e in occasione di mostre, convegni, sagre ecc..

Protocollo con strutture ospedaliere per l’intervento in caso di sospetta intossicazione da funghi.

Per quanto riguarda l’attività di supporto, consulenza e collaborazione con le strutture ospedaliere pubbliche e private c’è da precisare che detta attività consiste in forme di consulenza e collaborazione con il Pronto Soccorso a persone che manifestano disturbi dopo aver ingerito funghi.

Tale attività di consulenza prevede da parte del Micologo un’analisi macroscopica ed eventualmente microscopica.

L’attività macroscopica si effettua su materiale fungino, qualora disponibile, in modo da poter determinare la specie responsabile, al fine di indirizzare il personale sanitario sulle terapie da intraprendere.

A tale scopo il Pronto Soccorso, con la collaborazione dei familiari dell’intossicato, è invitato a far pervenire alla struttura ospedaliera nel più breve tempo possibile, parte dei funghi raccolti e non ancora consumati e loro residui, persone o nominativi di persone che possano fornire indicazioni sul raccoglitore o sul luogo di raccolta.

L’attività microscopica si rende necessaria in assenza dei funghi o loro parti, sospettati di essere la causa dell’intossicazione. In tali casi l’unico materiale a disposizione, sono solo i frammenti di funghi espulsi con il vomito spontaneo o provocato (lavaggio gastrico) su cui il Micologo può effettuare il riconoscimento delle spore fungine nonché il prelievo di un campione di urine, il più precocemente possibile da utilizzare per un'eventuale ricerca di alfa-amanitina da eseguirsi presso laboratori abilitati.

La valutazione se ricorrere al prelievo suddetto, riguarda quei casi in cui in assenza di materiale fungino e per indisponibilità di attrezzatura per l’esame microscopico sul residuo gastrico, si sospetti un avvelenamento da specie fungine contenenti le amanitine responsabili del 90% dei casi di decessi  per il consumo di funghi velenosi.

Le specie maggiormente coinvolte in casi di avvelenamenti mortali sono Amanita Phalloides, Amanita Verna, Amanita Virosa. La dose letale per un uomo è pari a 0,1 mg/Kg di peso corporeo per cui una quantità dai 20 ai 50 gr di fungo fresco può provocarne il decesso.

Altri funghi di dimensioni più ridotte contenenti amanitine, sono indicati nelle tabelle delle sindromi sopra riportate (galerina marginata , lepiote di piccola taglia, tutte da considerare sospette) e anche queste specie possono provocare avvelenamento potenzialmente mortale ma con una quantità consumata maggiore rispetto alle Amanite di cui sopra.

L’esperto micologo comunica le conclusioni al personale medico della struttura ospedaliera fornendo ogni eventuale indicazione necessaria.

A tale riguardo, dalla stagione autunnale 2021, la Direzione dell’Area Vasta 2, su indicazione dell’Agenzia Regionale Sanitaria, Posizione Funzionale Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare, di cui alla nota prot. n. 1727 del 15.02.2021, ha provveduto ad istituire un servizio di pronta disponibilità micologica, prevedendo la presenza, al di fuori dell’orario di servizio, (dalle ore 14:00 fino alle ore 8:00 del giorno successivo compresi i festivi) di un Micologo pronto a soddisfare eventuali richieste di consulenza delle Strutture Sanitarie in caso di sospette intossicazioni dovute al consumo di funghi.

Attualmente il servizio è attivo nei periodi primaverili (15 aprile -15 giugno) e autunnali (1° settembre - 30 novembre) in cui è massimo il consumo di funghi freschi.

Nella tabella sottostante si riporta il numero di richieste d’intervento pervenute nell’Area Vasta 2 nel periodo 2019-2022:

 

2019

2021

2022

N° richieste

2

2

4

N° intossicati

3

3

7

Esito finale dei casi

Guarigione dopo ricovero ospedaliero

Guarigione dopo ricovero ospedaliero

Guarigione dopo ricovero ospedaliero

 

L’Attività dell’Ispettorato Micologico in Area Vasta 2 dal 2019 al 2022

L’Area Vasta opera su una popolazione pari a circa 1/3 di quella dell’intera Regione Marche su un territorio che costituisce circa ¼ della superficie dell’intera Regione e con una presenza montana di circa il 47% rispetto all’intera superficie territoriale dell’Area Vasta 2. (Fonte: Le Comunità Montane nelle Marche”, “non solo CAP”). Si comprende quindi come ci sia un ricorso alla raccolta ed utilizzo dei funghi  storicamente  molto spiccato nella popolazione.

L’attività in passato, con inizio dall’anno 2000 e prima dell’istituzione dell’Area Vasta 2, era svolta da Operatori Micologi assegnati ai SIAN delle ex Aziende Sanitarie Locali successivamente divenute ex Zone; fino all’anno 2014 il Servizio è risultato presente in tutte le quattro ex Zone Territoriali (Senigallia, Jesi, Fabriano ed Ancona).

A seguito del progressivo pensionamento degli operatori attualmente, le attività proprie dell’Ispettorato Micologico, sono svolte pienamente soltanto nelle sedi di Ancona (con un Micologo) e Fabriano (con un Micologo) e per le altre due zone (Senigallia e Jesi) si resta disponibili garantendo comunque la consulenza ai raccoglitori privati presso gli Uffici di Ancona e Fabriano e diversi  di questi utenti se ne sono avvalsi.

I risultati dell’attività svolta in Area Vasta 2, di seguito riportati, sono il frutto del lavoro degli Ispettori Micologi Benigni Luciano e Magnoni Enrico (fino al 30.11.2019) operanti presso la sede di Ancona, e dell’Ispettore Micologo Berta Bruno presso quella di Fabriano.

Sono stati attivati gli sportelli micologici nelle sedi dell’Area Vasta 2 di Ancona, Fabriano con aperture sia primaverili (15 aprile -15 giugno) che autunnali (1° settembre - 30 novembre) garantendo comunque il servizio su richiesta anche in orari e periodi diversi da quelli stabiliti. È stata inoltre attuata attività informativa

 

Nella tabella sottostante si evidenziano i dati in dettaglio dell’attività svolta negli ultimi quattro anni.

 

2019

2020

2021

2022

N° Aperture Sportelli

89

(133,30 ore)

89

(125 ore)

94

(133,30 ore)

93

(139,30 ore)

N° Certificazioni

75

59

48

64

N° Tot.Funghi verificati

1295

1304

858

1257

N° Tot. Funghi edibili

1047

1130

696

1064

N° Tot. Funghi non edibili

248

(di cui n° 8 mortali)

174

162

193

 

Il Servizio, su richiesta d’intervento per sospetta intossicazione causata dal consumo di funghi spontanei raccolti da privati, ha inoltre fornito collaborazione:

  • In data 01.03.2019 intervento effettuato su richiesta Pronto Soccorso Ospedale per bambini “Salesi” di Ancona; si è trattato di un caso di ingestione involontaria da parte di un bimbo di 20 mesi che sfuggito al controllo dei genitori, ha ingerito parte di un fungo  precedentemente cresciuto  su legna secca da ardere presente in casa; fortunatamente il fungo ingerito apparteneva a un genere commestibile (Auricularia auricula Judae); l’esito finale è stato favorevole.
  • In data 17.11.2019 intervento effettuato su   richiesta dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Jesi; dalla verifica dei residui della lavanda gastrica e dalla sintomatologia manifestata dai due intossicati, si è potuto dedurre che i funghi consumati appartenevano al genere Inocybe con sindrome muscarinica; l’esito finale  è stato favorevole.
  • In data 17.09.2021 intervento effettuato  su  richiesta del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Fabriano; le due persone intossicate con sintomi gastrointestinali  non avevano disponibilità dei funghi consumati ma avevano preventivamente effettuato delle foto con smart-phone; dalle immagini visionate si è potuto verosimilmente stabilire che i carpofori consumati appartenevano al genere boletus pulchrotinctus specie che, da quanto risulta dalla casistica in letteratura,  in maniera incostante,  ha dato in passato  disturbi dopo il consumo; l’esito finale è stato favorevole.
  • In data 25.10.2021 intervento effettuato su richiesta del Pronto Soccorso degli Ospedali riuniti di Ancona; la persona intossicata ha manifestato sintomi gastrointestinali e ha portato in visione più esemplari degli stessi funghi non ancora consumati raccolti nel giardino della propria abitazione. La specie in questione è risultata essere l’Agaricus Bresadolanus fungo di  lieve tossicità; l’esito finale è stato favorevole.
  • In data 12.09.2022 intervento effettuato su richiesta del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Senigallia; le tre persone coinvolte nell’intossicazione (interno nucleo familiare) hanno manifestato sintomi gastrointestinali e hanno portato in visione più esemplari degli stessi funghi non ancora consumati raccolti in un terreno adiacente la propria abitazione. La specie in questione è risultata essere l’Agaricus Romagnesii  fungo di  lieve tossicità; l’esito finale è stato favorevole.
  • In data 13.09.2022  intervento effettuato su richiesta del Pronto Soccorso dell’ Ospedale di Fabriano; la persona intossicata ha manifestato sintomi gastrointestinali; non erano disponibili in visione altri esemplari dei funghi consumati; pertanto, considerando che da quanto riferito si tratterebbe di fungo appartenente al genere Russula e che è stata consumata con cottura in graticola, si è dedotto che  la specie consumata si possa ricondurre alla Russula olivacea, unica  specie tra quelle a sapore mite (non piccante come le Russule tossiche e/o non commestibili)che,  se non adeguatamente cotta, può dare dei disturbi gastrointestinali anche gravi; l’esito finale è stato favorevole.
  • In data 28.09.2022 intervento effettuato su richiesta del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Fabriano; la persona intossicata ha manifestato sintomi gastrointestinali e ha portato in visione soltanto parti dei funghi consumati ( solo gambi) raccolti in un terreno di sua proprietà. La specie in questione è risultato essere l’Agaricus Bresadolanus fungo di lieve tossicità; l’esito finale è stato favorevole.
  • In data 17.10.2022 intervento effettuato su richiesta del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’ Azienda Ospedali Riuniti Torrette di Ancona; le due  persone intossicate hanno  manifestato lievi sintomi  gastrointestinali (vomito) e in prevalenza di tipo neurologico ( sopore, tremori, eccitazione psico-motoria). I funghi portati in visione tutti non integri, sono risultati parte commestibili (russule a sapore mite, cappelli di Amanita vaginata, Megacollybia platyphylla) ed altri tossici, sospetti o con tossicità incostante (Genere Hebeloma- Clytocibe Nebularis). Tuttavia tra gli esemplari di cui sopra era presente un cappello di una Lepiotacea che per caratteristiche morfologiche (presenza di squamette color ocraceo, e dimensioni ) poteva confondersi con lepiote (Lepiota gruppo Helveola) il cui consumo potrebbe determinare intossicazione molto grave potenzialmente mortale. Gli intossicati non erano in grado di fornire indicazioni sulle altre caratteristiche del fungo in questione (presenza di anello sul gambo, luogo di raccolta ecc..) in quanto in stato d’incoscienza; i sintomi dell’intossicazione anche se si erano manifestati entro un lasso di tempo inferiore alle 6 ore (21,30 del giorno 16.10 dopo circa un’ora dal pasto)  facendo ipotizzare una sindrome con esito finale non letale (a breve latenza),  trattandosi di più specie raccolte e verosimilmente consumate, non poteva escludersi che la sintomatologia più grave da avvelenamento falloideo poteva insorgere anche nelle ore successive, rispetto alla verifica micologica ( avvenuta intorno alle ore 02,20 del 17.10). Al fine di escludere tale malaugurata ipotesi, non disponendo di attrezzatura per l’esame microscopico dei residui della lavanda gastrica, si consigliava il personale medico di effettuare un prelievo di urine il cui campione è stato successivamente inviato all’Ospedale di Cesena per la ricerca delle amanitine; l’esito è stato negativo escludendo conseguentemente l’avvelenamento parafalloideo. I due pazienti sono stati dimessi, uno a poche ore dal ricovero in data 17.10 l’altro il 19.10. dal reparto Medicina d’Urgenza senza conseguenze ulteriori.

Attività di cui al punto c) della DGRM n. 79/2006 (vigilanza sulla raccolta, commercializzazione, somministrazione e condizionamento dei funghi spontanei).

Di seguito si riportano gli esiti dei controlli effettuati nel settore commercio funghi epigei spontanei.

Anno 2019

Nell’anno 2019 sono stati effettuati n. 10 controlli preventivi nel Comune di Senigallia per verificare se alcuni esercenti che risultavano avere acquistato da un grossista locale funghi epigei spontanei allo stato sfuso, fossero in possesso dell’autorizzazione alla vendita al dettaglio di cui all’art.2 del D.P.R. 24.07.1995, n.376; al momento dei controlli non erano presenti funghi esposti per la vendita. Tuttavia l’indagine è servita per informare gli stesso operatori su tale  obbligo di legge considerando che in passato tale attività di controllo non era mai stata effettuata.

È stata accertata una violazione della norma sopra indicata nel Comune di Ancona a carico di  un esercente che aveva posto in commercio funghi spontanei sfusi in assenza della prescritta autorizzazione.

Anno 2020

Nell’anno 2020 sono stati effettuati n.2 controlli ufficiali nella commercializzazione con accertamento delle seguenti non  conformità:

  • Vendita funghi epigei spontanei sfusi in assenza della prescritta autorizzazione (art.2 D.P.R. 376/95);
  • Mancata designazione del nome scientifico delle specie di funghi contenute in un prodotto di gastronomia confezionato posto in vendita in un Supermercato (art.10 comma 2 D.P.R. 376/95).

Anno 2021

Nel corso dell’anno 2021 sono stati effettuati n. 4 controlli ufficiali nella commercializzazione con accertamento  delle seguenti non conformità:

  • 2 violazioni per vendita  funghi epigei spontanei sfusi in assenza della prescritta autorizzazione (art.2 D.P.R. 376/95);
  • 1 violazione per mancata designazione del nome scientifico della specie di funghi coltivati freschi  posti  in vendita in un Supermercato (art.10 comma 2 D.P.R. 376/95);
  • 1 violazione per Certificazione Micologica di funghi spontanei confezionati esposti per la vendita al dettaglio emessa da Micologo privato anziché da Micologo pubblico (art.3 del D.P.R. 376/95); per tale contestazione la Ditta ha presentato scritti difensivi per i quali si è in attesa delle decisioni dell’Autorità competente (ASUR).

Tuttavia, per tali illeciti, non si sono resi necessari provvedimenti restrittivi al commercio trattandosi di specie fungine commestibili e inserite nell’elenco nazionale dei funghi di cui è consentita la vendita.

Anno 2022

Nell’anno 2022 è stato effettuato un controllo ufficiale su un’impresa alimentare che ha dichiarato di somministrare nei periodi di crescita funghi epigei spontanei. L’accertamento non ha rilevato non conformità relativamente alla normativa vigente.

Conclusioni

Le attività descritte permettono di sottolineare l’importanza per la Salute Pubblica del mantenimento e del potenziamento delle attività dell’Ispettorato Micologico, attività facenti parte dei livelli essenziali di assistenza (LEA) di cui al DPCM 12.01.2017 - Linea di intervento E 12 Ispettorato micologico - vigilanza su produzione e commercializzazione, organizzazione delle attività a supporto della raccolta privata, supporto in caso di sospetta intossicazione da funghi.

 

 

Autori: Bruno Berta e Luciano Benigni

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