Biologia ed ecologia
I flebotomi o pappataci sono insetti di piccole dimensioni (<3,5 mm), dal volo a corto raggio (<300-500 m) e silenzioso. Hanno un colore giallo pallido simile a quello della sabbia (sand fly) e il torace, l’addome e le ali sono ricoperti da una fitta peluria.
Tutti i flebotomi sono generalmente attivi durante le ore crepuscolari e notturne, mentre durante il giorno rifuggono la luce solare nascondendosi in ambienti freschi e umidi quali stalle, pollai, cantine, abitazioni, fessure di muri, di roccia e del suolo. Vivono sia in ambienti domestici, che peri-domestici e selvatici. Sono assenti solo in Nuova Zelanda e nelle isole del Pacifico. La loro distribuzione altitudinale va da sotto il livello del mare, nel Mar Morto, fino ad arrivare a 3300 m s.l.m. in Afghanistan. In Italia il limite massimo è stato registrato in Sicilia nelle Madonie a 1200 m e a Filetto (AQ) a 1070 m s.l.m. Non sono mai state riportate colonizzazioni di nuovi territori mediante trasporto passivo da regioni distanti. È invece ipotizzabile una lenta colonizzazione di territori contigui quando le condizioni ambientali diventano favorevoli.
Il ciclo vitale si articola in uno stadio embrionale di uovo (~10 gg) seguito da 4 stadi larvali (~25-35 gg) e uno di pupa (~10 gg). La durata è strettamente legata ai fattori climatici: nelle zone temperate come le nostre, il ciclo dura 45-60 giorni, con almeno due cicli di sviluppo completi per stagione riproduttiva (giugno-settembre).
Come per le zanzare, solo le femmine sono ematofaghe. I maschi sono glicifagi. La puntura è fastidiosa perché attraverso le dentellature dell’apparato pungitore lacerano i capillari dermici fino a formare una piccola raccolta di sangue e contestualmente secernono saliva per impedire la coagulazione del sangue. Questa modalità si distingue da ematofagi più specializzati come i culicidi, i quali, invece, introducono l’apparato pungitore direttamente all’interno del capillare causando un danno cutaneo minore. Le femmine di flebotomo non hanno preferenza d’ospite e possono pungere qualsiasi vertebrato a sangue caldo (solo Sergentomyia si nutre prevalentemente sui rettili). L’accoppiamento avviene dopo l’assunzione del pasto di sangue o in presenza di un ospite su cui effettuarlo. Successivamente vengono deposte le uova e ciò non è casuale, ma le femmine riconoscono le nicchie ecologiche guidate prima dai costituenti chimici e fisici del substrato, poi dai feromoni presenti sulle uova della stessa specie già collocate in quel luogo. Ogni femmina può produrne da 50 a100 alla volta.
Le larve sono terricole, a differenza di quelle delle zanzare che sono acquatiche, e si sviluppano in oscurità quasi completa, in presenza di elevata umidità relativa (~90%) e temperatura costante (24-30°C) su terreni ricchi di materiale organico in decomposizione, di cui si nutrono.
La sopravvivenza durante la stagione fredda avviene grazie alle larve diapausanti nelle specie Paleartiche e allo stadio di uovo nei climi temperati.
Ruolo sanitario
Su oltre 800 specie di flebotomo descritte, circa 100 sono vettori, provati o sospetti, di leishmaniosi. L’Italia è endemica per 8 specie appartenenti a due generi, Phlebotomus e Sergentomyia, di cui sette appartenenti al genere Phlebotomus (P.perniciosus, P. perfiliewi, P. neglectus, P. ariasi, P. papatasi, P. sergenti e P. mascitti) mentre il secondo genere è rappresentato dalla sola specie Sergentomyia minuta che, nutrendosi su animali a sangue freddo (principalmente gechi e lucertole), non riveste importanza dal punto di vista sanitario, ma può costituire un importante indicatore ecologico per la presenza di flebotomi in un territorio (Tab.). La specie più diffusa e più abbondante è sicuramente P. perniciosus, la quale riveste un notevole interesse epidemiologico, essendo vettore accertato di leishmaniosi viscerale sia nell’uomo che nel cane.
Genere
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Specie
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Localizzazione
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Leishmania
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Phlebovirus
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Phlebotomus
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P. perniciosus
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Italia
Spagna
Francia
Portogallo
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L. infantum
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Toscana virus
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P. perfiliewi
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Italia
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L. infantum
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Toscana virus
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P. neglectus
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Italia
Grecia
Albania
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L. infantum
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P. ariasi
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Italia
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L. infantum
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P. papatasi
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Italia
Spagna
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-
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P. sergenti
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Sicilia
Spagna
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-
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P. mascittii
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Italia
Francia
Svizzera
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-
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Sergentomya
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S. minuta
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Italia
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L. tarentolae
parassita dei rettili
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Tab. Specie di flebotomo endemiche in Italia
Sia per le caratteristiche biologiche che dell’habitat, questi insetti non hanno una presenza uniforme sul territorio italiano. Infatti, a partire dai primi anni ’90 si è assistito ad una espansione dai versanti tirrenici, ionici e adriatici centromeridionali della penisola e dalle isole, al versante centro-settentrionale adriatico e in molte aree collinari prealpine e preappenniniche. All'origine di questo fenomeno sembrano esserci diversi fattori concomitanti: l'aumento della popolazione canina, il randagismo e le mutate condizioni climatico-ambientali che hanno permesso ai vettori di colonizzare nuove aree.
I flebotomi possono trasmettere VIRUS (Febbre da pappataci o dei tre giorni con i virus Napoli e Sicilia; meningite estiva benigna con il virus Toscana); BATTERI (Bartonellosi, non presente in Italia) e PROTOZOI (Leishmaniosi). Nella maggior parte dei casi le arbovirosi decorrono in maniera asintomatica o con sintomi simil-influenzali, e solo talvolta possono dare origine ad infezioni acute del sistema nervoso centrale. Il virus Toscana è quello più rappresentato in Italia e dal 1° gennaio al 30 settembre 2020, il sistema di sorveglianza nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità ha confermato 36 casi di infezione neuro-invasiva, tutti autoctoni, nessun decesso, verificatisi nelle Regioni Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia e 2 casi nelle Marche.
L’importanza sanitaria dei flebotomi è sostanzialmente legata alla trasmissione delle leishmaniosi, un vasto complesso di malattie causate da protozoi del genere Leishmania. In Italia la leishmaniosi si presenta in 3 diverse forme, tutte dovute al medesimo parassita Leishmania infantum: 1) la leishmaniosi viscerale umana (grave e mortale se non curata); 2) la leishmaniosi cutanea sporadica nell’uomo (forma benigna, autolimitante); 3) la leishmaniosi canina.
La trasmissione della leishmaniosi non avviene direttamente da cane a cane o da cane a uomo ma attraverso la puntura del flebotomo, che rappresenta il vettore, e il cane in ambiente antropizzato, che rappresenta il serbatoio. In altri contesti possono avere un ruolo di serbatoio anche i canidi selvatici (volpe, lupo) pur se in Italia è da ritenersi poco rilevante, mentre il ruolo del gatto è ancora da chiarire.
Il ciclo comincia con il pasto di sangue del flebotomo su un cane infetto e l’ingestione della forma aflagellata del protozoo. Nel tratto digerente del vettore si moltiplica e assume la forma flagellata la quale risale nel faringe e forma un tappo che sarà espulso al momento di una nuova puntura, provocando così l’infezione. La trasmissione avviene prevalentemente durante i mesi estivi a causa della stagionalità del vettore.
Gran parte delle infezioni umane colpisce individui immunocompetenti; inoltre, è possibile la trasmissione interumana per trasfusioni di sangue o attraverso siringhe contaminate.
Approfondimento
Sito dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) per visualizzare le mappe sulla distribuzione delle varie specie di Phlebotomus, anche se non rappresentano i dati ufficiali dei paesi interessati.
Autore: Dr.ssa Maria Gabriella Pistilli
La presente nota è stata redatta in attuazione alla Determina DG/ASUR n.734/2016 nell’ambito della comunicazione del rischio AV5-2020