La Commissione Europea ha pubblicato nel mese di Luglio 2017 una raccomandazione che chiedeva l’istituzione di un piano di controllo coordinato sui prodotti alimentari commercializzati attraverso internet. Nella raccomandazione si sottolinea che la vendita di alimenti online è in costante aumento e si invita a rafforzare i controlli ufficiali sull’e-commerce per tutelare i consumatori nell'Unione dal consumo di prodotti non sicuri. La Commissione invita quindi le autorità competenti ad aumentare la cooperazione al fine di garantire la corretta applicazione delle norme UE in materia di alimenti anche nei confronti di prodotti acquistati online che sono molto spesso oggetto di scambi transfrontalieri. In particolare il piano di controllo si concentra sugli integratori alimentari riportanti indicazioni che attribuiscono loro la proprietà di prevenire, trattare o curare malattie ossee e articolari e su 4 novel food non autorizzati nell'UE:
· Agmatine (4-aminobutyl) guanidine sulfate;
· Acacia rigidula;
· Epimedium grandiflorum;
· Hoodia gordonii.
Quest’ultima pianta inoltre è protetta dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) e può essere importata nell'UE solo se sono soddisfatti determinati requisiti (permesso di esportazione e di importazione rilasciati rispettivamente dal paese di esportazione e di importazione).
Nel piano, la commissione invitava quindi le autorità a cercare i prodotti sopra indicati dal 4 al 29 Settembre 2017 e a comunicare poi i risultati in modo da consentire una adeguata elaborazione dei dati.
Su base volontaria, hanno aderito al piano di controllo coordinato 25 Stati membri dell'UE oltre a Svizzera e Norvegia. A settembre 2017 quindi le autorità nazionali competenti hanno controllato 1077 siti web e individuato 779 offerte recanti anomalie e irregolarità per quanto riguarda etichettatura, false dichiarazioni o mancanza di autorizzazione. In particolare del totale di prodotti non conformi, 428 sono novel food e 351 integratori. I prodotti non conformi, nella maggior parte dei casi, risultano commercializzati da venditori con sede nel paese della rispettiva autorità (circa 65%) e in una minor percentuale di casi anche da commercianti situati in altri Stati membri (circa 20%) o in paesi terzi come Stati Uniti e Cina (circa 15%).
Anche se non previsto dal piano di controllo, in circa 440 casi sono stati adottati provvedimenti con l'obiettivo di chiudere l'offerta e in alcuni casi sono state effettuate ispezioni dei locali degli operatori, emesse prescrizioni e sanzioni.
La maggior parte dei casi è stato gestito all'interno del rispettivo Stato membro mentre per le notifiche delle offerte transfrontaliere di prodotti non conformi è stato utilizzato il “sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi” (RASFF) (139 casi di cui 51 notificati a Stati Uniti e Cina) per i prodotti che rappresentano un rischio per la salute del consumatore e il “sistema informatico di assistenza amministrativa e cooperazione” (AAC) (154 casi) nel caso di “prodotti ingannevoli” (frodi commerciali).
Il progetto ha messo in evidenza che la cooperazione e il sostegno reciproco fra i Paesi dell’UE sono validi mentre devono essere sicuramente migliorati quelli con i Paesi terzi.
I dati raccolti mostrano quindi una alta percentuale di offerte non conformi sui siti web visitati (779 offerte non conformi su 1077 siti web visitati) e questo è senza dubbio un chiaro segnale che il controllo dell'e-commerce deve essere rafforzato.
A tale riguardo, la Commissione ha adottato una serie di azioni per sostenere le autorità competenti degli Stati membri in questo nuovo compito di controllo dell'e-commerce, come ad esempio:
· formazione del personale nelle indagini online,
· istituzione di punti di contatto per la cooperazione con le principali piattaforme elettroniche di vendita, compresi i social media,
· ricerca di cooperazione con i provider di servizi di pagamento e
· adeguamento della legislazione e dei sistemi di segnalazione elettronica alle esigenze del controllo ufficiale nella vendita online.
Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi, in particolare per ricordare ai principali attori dell'e-commerce quali piattaforme, servizi di pagamento e gli stessi operatori economici, quali sono le loro responsabilità e chiedere i loro contributi per aumentare la sicurezza degli alimenti offerti online e ridurre le offerte che ingannano i consumatori.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola