Gli antibiotici, che fanno parte del gruppo degli antimicrobici, sono sostanze usate per uccidere i microrganismi o per interromperne la crescita e la proliferazione. Sono comunemente usati in medicina umana e veterinaria per curare le infezioni da batteri.
La resistenza agli antimicrobici (AMR in breve) è la capacità di un dato batterio di resistere a un antimicrobico al quale era precedentemente sensibile.
L’uso eccessivo e l’abuso di antibiotici sono considerati le cause dello sviluppo e della diffusione di microrganismi resistenti alla loro azione, con una conseguente perdita di efficacia delle terapie e gravi rischi per la salute pubblica.
Un noto esempio di batterio che ha sviluppato la capacità di resistere a più antibiotici è lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (in breve MRSA).
I batteri resistenti possono diffondersi attraverso numerose vie, quando la resistenza agli antimicrobici si sviluppa in batteri zoonotici presenti in animali e alimenti, essa può compromettere l’efficacia del trattamento di malattie infettive anche negli esseri umani.
La sicurezza alimentare ha l’obiettivo di proteggere i consumatori dai rischi relativi alla filiera alimentare
Commissione Europea: pagina dedicata alla AMR
Per contrastare la resistenza agli antimicrobici occorre un approccio olistico e multisettoriale che coinvolga diversi settori: medicina umana, medicina veterinaria, ricerca, zootecnia, agricoltura, ambiente, commercio e comunicazione, quello che viene definito un approccio "One Health".
AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA
Ridurre l'uso eccessivo e l'abuso di farmaci antimicrobici è vitale per fermare la comparsa di microrganismi resistenti. Tra le principali buone pratiche, i punti chiave per affrontare questo problema sono i seguenti:
- Migliori pratiche di prescrizione (compresi gli antibiotici da prescrivere solo quando necessario)
- Limitare le pratiche di automedicazione nei paesi in cui i farmaci antimicrobici sono liberamente disponibili
- Rispettare i dosaggi
- Limitare l'uso eccessivo e l'abuso di farmaci antimicrobici in agricoltura e nel settore veterinario
Il Piano di azione contro la resistenza antimicrobica (AMR) della Commissione europea contiene 12 azioni e identifica le 7 aree principali di intervento. Le aree individuate sono:
1) Implementazione dell’uso appropriato degli antimicrobici sia negli esseri umani che negli animali
2) Prevenzione delle infezioni microbiche e la loro diffusione
3) Sviluppo di nuovi antimicrobici efficaci o loro alternative per il trattamento della AMR
4) Cooperazione con i partner internazionali per contenere i rischi di AMR
5) Migliorare il monitoraggio e la sorveglianza in medicina umana e animale
6) Promuovere la ricerca e l'innovazione
7) Migliorare la comunicazione, l'istruzione e la formazione
Nel 2017 è previsto il lancio di un aggiornamento del piano d'azione della Commissione che riunirà i fondi e gli strumenti comunitari, al fine di promuovere l'innovazione e la ricerca per la prevenzione della AMR e consolidare il proprio ruolo nell'ambito delle organizzazioni internazionali e con i principali partner commerciali.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha istituito la alla Giornata europea degli antibiotici (ita) che si svolge il 18 novembre di ogni anno e mira a fornire una piattaforma e un supporto per le campagne nazionali circa l'uso prudente degli antibiotici.
Per approfondire:
Commissione europea: Piano di azione contro la resistenza antimicrobica (AMR) (en)
Comunicazione della Commissione sul piano di azione OneHealth (en)
Scheda informativa per il pubblico sull’uso appropriato degli antibiotici (ita)
CHE COS’E’ “One Health”
Razionale
La salute ambientale planetaria può influenzare la salute umana e animale attraverso la contaminazione, l'inquinamento e le mutevoli condizioni climatiche che possono portare allo sviluppo di nuovi agenti infettivi. In tutto il mondo, quasi il 75 per cento di tutte le malattie infettive umane emergenti negli ultimi tre decenni ha avuto origine negli animali.
Le interazioni e i legami uomo-animale possono avere un impatto benefico sulla salute sia delle persone che degli animali.
Definizione di One Health
One Health è il frutto della collaborazione di lavoro a livello locale, nazionale e globale di molteplici professionisti della salute, con le loro discipline e relative istituzioni, per raggiungere una salute ottimale per le persone, gli animali domestici, la fauna selvatica, le piante e il nostro ambiente.
I Servizi Veterinari svolgono un ruolo essenziale nella tutela della salute e del benessere degli animali, che contribuisce significativamente alla tutela della salute umana e alla sicurezza alimentare.
Campo di applicazione One Health
- Interazione della salute delle persone, degli animali e delle piante con la salute dell'ambiente
- Legame uomo-animale
- Istruzione e formazione professionale della futura generazione di professionisti One Health
- Ricerca di base e traslazionale
- Approvvigionamento di cibo e acqua disponibili, accessibili e di qualità
- Produzione agricola e uso/salute del suolo
- Utilizzo e conservazione delle risorse naturali.
- Sorveglianza, prevenzione e risposta per le patologie infettive e croniche.
- Medicina comparata: interazione tra uomini e animali per patologie come il cancro, l'obesità e il diabete
- Necessità di interdisciplinarietà tra le professioni sanitarie nella Medicina clinica
- Rilevazione e reazione agli agenti ambientali
- Adeguata reazione alle calamità
- Politiche di sanità pubblica
- Economia globale per il commercio e la sicurezza
- Comunicazione e sensibilizzazione
Potenziali risultati dall'approccio One Health
Maggiore interdisciplinarietà in materia di istruzione, formazione, ricerca, e politiche sanitarie concordate
Maggiore condivisione di informazioni relative a individuazione della malattia, diagnosi, istruzione e ricerca
Maggiore prevenzione delle malattie, sia infettive che croniche.
Sviluppo di nuove terapie e approcci ai trattamenti
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Il 27 febbraio 2017 l’OMS ha pubblicato la sua prima lista di "agenti patogeni prioritari" antibiotico-resistenti, 12 famiglie di batteri che rappresentano la più grande minaccia per la salute umana.
L'elenco è stato stilato nel tentativo di guidare e promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici. Ma anche se la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici è essenziale, essa da sola non può risolvere il problema. Per affrontare la resistenza è necessaria una migliore prevenzione delle infezioni e l'uso appropriato degli antibiotici esistenti nell'uomo e negli animali, così come l'uso razionale di eventuali nuovi antibiotici che verranno sviluppati in futuro.
La lista evidenzia in particolare la minaccia di batteri gram-negativi che sono resistenti a più antibiotici, questi batteri hanno la capacità di sviluppare nuovi modi per resistere al trattamento e possono trasmettere la resistenza ad altri batteri.
La lista OMS è suddivisa in tre categorie in funzione dell'urgenza della necessità di nuovi antibiotici: critica, alta e media priorità.
Priorità 1: CRITICA
1. Acinetobacter baumannii, resistente ai carbapenemi
2. Pseudomonas aeruginosa, resistente ai carbapenemi
3. Enterobacteriaceae, resistenti ai carbapenemi, produttori di ESBL
Priorità 2: ALTA
1. Enterococcus faecium, resistente alla vancomicina
2. Staphylococcus aureus, resistente alla meticillina e alla vancomicina
3. Helicobacter pylori, resistente alla claritromicina
4. Campylobacter, resistente ai fluorochinoloni
5. Salmonellae, resistente ai fluorochinoloni
6. Neisseria gonorrhoeae, resistente alle cefalosporine e ai fluorochinoloni
Priorità 3: MEDIA
1. Streptococcus pneumoniae, non suscettibile alla penicillina
2. Haemophilus influenzae, resistente all’ampicillina
3. Shigella spp, resistente ai fluorochinoloni
Leggi il documento completo (en)
Alcuni dei dati del report annuale dell’ECDC “Antimicrobial resistance surveillance in Europe 2015” (en) pubblicato a gennaio 2017 , che presenta i dati 2015 e il trend 2012-2015, dimostrano che nei 30 Paesi dell’Unione europea, Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae continuano a mostrare un aumento delle percentuali di resistenza alle cefalosporine di 3° generazione, ai fluorochinoloni e agli aminoglicosidi, con fenomeni spesso combinati tra loro a generare batteri multi-resistenti.
Una situazione aggravata dal diffondersi delle resistenze ai carbapenemi (antibiotici di ultima risorsa per trattare infezioni da batteri multi resistenti), soprattutto in K. pneumoniae (nel 2015 la percentuale media dei ceppi resistenti è stata dell’8,1%). Per quanto riguarda i batteri gram-positivi, la Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa) rappresenta una priorità di salute pubblica nonostante la sua diffusione mostri un trend in diminuzione, passando dal 18,8% del 2012 al 16,8% del 2015.
Per approfondire
Istituto Superiore di Sanità: pagina dedicata alle antibioticoresistenze in Italia
Istituto Superiore di Sanità: pagina dedicata alle antibiotico resistenze in Europa
AMR: PROSSIME TAPPE
L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare( EFSA), l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) stanno lavorando a un rapporto che valuterà il nesso tra consumo di antimicrobici e sviluppo di resistenza nei batteri presenti negli animali e nell'uomo, la cui pubblicazione è prevista per la fine di luglio 2017.
Entro la fine del 2017 le tre agenzie proporranno un elenco di indici che permetteranno ai gestori del rischio di monitorare la riduzione della resistenza agli antimicrobici e il loro impiego negli esseri umani, negli animali destinati alla produzione alimentare e negli alimenti. (Pubblicata opinione congiunta in data 26 ottobre 2017)
Leggi la nota EFSA “Nuove intuizioni sulla percezione pubblica della resistenza agli antimicrobici”
Il nuovo Piano d'Azione della UE sulla lotta alla resistenza antimicrobica
Video
Autore: Dott.ssa Alba Minnozzi
Data di pubblicazione 30 giugno 2017
Data ultimo aggiornamneto: 28 ottobre 2017