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OSTEOPOROSI: TRA CONOSCENZA E COMPORTAMENTI

a cura del servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, ASUR MARCHE AV1

  • 29 dicembre 2017
  • Autore: Redazione VeSA
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Come ormai ampiamente noto, le malattie croniche sono la principale causa di morbosità e mortalità per la gran parte della popolazione mondiale. La salute peraltro risente di numerosi fattori ed è distribuita in modo diverso nelle diverse fasce sociali. Maggiore consapevolezza sui determinanti di salute contribuisce anche alla riduzione delle disuguaglianze tra persone. Il rischio di molte patologie di tipo cronico-degenerativo, che risente di molti fattori, può essere radicalmente ridotto adottando sani stili di vita, tra i quali la corretta alimentazione riveste un ruolo davvero rilevante. Parlare di stile alimentare significa anche parlare di adeguata attività fisica, non solo per l’importanza del bilancio energetico (tanta energia spendo, compreso il metabolismo basale, tanta energia dovrei introdurre), ma anche per le dinamiche ormonali e funzionali che derivano dall’attività motoria. Non si può poi non citare il rischio legato all'uso di tabacco e al consumo di alcol.

Tra le malattie croniche, all’interno delle patologie muscolo-scheletriche, va annoverata l’osteoporosi che è una condizione clinica caratterizzata da riduzione progressiva della densità delle ossa, che si verifica per diversi fattori: invecchiamento, menopausa, scorretti stili di vita fin dall’infanzia, in particolare scorretta alimentazione e insufficiente attività fisica, abitudine al fumo, uso-abuso di alcol, insufficiente esposizione alla luce solare, utilizzo di alcuni farmaci tra cui corticosteroidi, eparina, ecc. L’osteoporosi, a sua volta è il maggiore fattore di rischio per le cosiddette “fratture da fragilità” che hanno come sede prevalente: polso, vertebre, femore. L’insorgenza di tali fratture può determinare conseguenze molto gravi fino all’invalidità permanente e morte. Inoltre, la persona che ha subito una frattura da fragilità ha un rischio raddoppiato di subire la cosiddetta “ri-frattura”.

L’osteoporosi è una patologia molto diffusa: si stima che a livello mondiale ne siano affette circa 200 milioni di persone, di cui, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), 75 milioni tra Stati Uniti, Europa e Giappone.  La percentuale di soggetti affetti da osteoporosi cresce al crescere dell’età, passando approssimativamente dal 5% delle donne sotto i 50 anni al 50% delle donne di 85 anni. In Italia, i principali dati disponibili sono ancora quelli dello studio ESOPO del 2000, che ha evidenziato una prevalenza del 22,8% di donne affette da osteoporosi di quelle considerate, ovvero nella fascia di età 40-79 anni, ma anche gli uomini (fascia di età considerata tra i 60 e i 79 anni) sono risultati affetti da osteoporosi nel 15% dopo i 65 anni. Si stima, dunque, che circa 4 milioni di donne e 1 milione di uomini siano esposti ad un aumentato rischio di frattura (senza considerare la condizione di osteopenia). La stima di circa 100.000 ricoveri all’anno solo per le fratture di femore in entrambi i sessi, che comportano costi diretti di circa 1 miliardo di euro all’anno, rende bene l’enorme impatto di tipo umano, sociale ed economico connesso all’osteoporosi e al conseguente rischio di frattura. Il progressivo e costante invecchiamento della popolazione che si sta verificando, in modo particolare in Italia, spinge sempre più ad individuare strategie di prevenzione e trattamento mirate, a partire dalla prima infanzia

Per le diverse fasce di età, per prevenire osteoporosi e relativo rischio di frattura ci sono alcuni obiettivi:

  1.  per Bambini e Adolescenti: raggiungere un elevato picco di massa ossea;
  2.  per Adulti: mantenere le ossa in buona salute e prevenire il rischio di osteoporosi;
  3. per Anziani: garantire mobilità e autonomia.

Da tutto quanto esposto, risulta dunque fondamentale, in ottica di salute pubblica e individuale, adottare strategie di riduzione del rischio che ha alla base anche la comunicazione del rischio, motivo di questo articolo.

La Regione Marche fin dal 2012, su impulso dei Coordinamenti  Donne - Segreterie regionali CGIL, CISL, UIL ha sviluppato una particolare attenzione alla tematica dell’osteoporosi e ha istituito uno specifico Gruppo di Lavoro regionale (Decreto del Dirigente della P.F. Prevenzione e Promozione della Salute nei Luoghi di vita e di lavoro 12/SPU del 16/05/2016 ) interprofessionale e multisettoriale denominato OSSI DURI… SI DIVENTA.

Tale Gruppo negli anni si è arricchito sempre più di numerosi professionisti specialisti e rappresentativi delle diverse realtà sanitarie regionali e da componenti della società civile, quali le rappresentanti dei Coordinamenti Donne di CGIL, CISL, UIL e della Commissione Pari Opportunità del Consiglio Regionale. Nel corso degli anni l’attività di comunicazione e informazione è andata in crescendo attraverso l’organizzazione di numerosi incontri con la popolazione e anche eventi in piazza.  Dal 2015, inoltre, è stato inserito nel Piano Regionale della Prevenzione 2015-18,  come specifica linea progettuale (OSSI DURI…  SI DIVENTA - Prevenzione dell’osteoporosi e del rischio di fratture correlato) all’interno del Programma Salute d’Argento. Gli incontri con la popolazione, organizzati dai Coordinamenti Donne di CGIL CISL UIL e a cura dei medici specialisti del Gruppo di lavoro, hanno raggiunto circa 2000 persone nel giro di questi anni e hanno riscontrato sempre interesse, anche per la possibilità di effettuare il test DE-FRA, algoritmo che consente di avere una prima valutazione del proprio rischio di frattura per osteoporosi, ma di cui bisogna sempre poi parlare con il proprio medico.

Dunque la comunicazione del rischio in relazione all’Osteoporosi nella nostra Regione viene attivamente perseguita in modo diretto. Utile però ricordare in questo contesto, vista la modalità di consultazione personale in rete che può raggiungere un elevato numero di persone, alcune raccomandazioni relative alla corretta alimentazione e all’attività fisica. Peraltro, i sistemi di sorveglianza nazionali OKKIO ALLA SALUTE (attivo sui bambini tra 6 e 10 anni), HBSC (attivo sui ragazzi tra gli 11 e i 15 anni), PASSI (attivo sulla popolazione tra i 18 e i 69 anni), PASSI D’ARGENTO (attivo sulla popolazione sopra i 65 anni), ci segnalano periodicamente la situazione riferita a diversi aspetti di salute a livello nazionale, regionale e locale, tra cui la prevalenza di sovrappeso/obesità e la sedentarietà/movimento.

Altra indagine interessante, svolta dal Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 1 nella Provincia di Pesaro-Urbino, ha rilevato le abitudini degli adolescenti tra i 17 e i 18 anni, negli anni 2009 e 2014,  pubblicate nel volume "Stili di vita dei giovani. territorio della Provincia di Pesaro-Urbino, Confronto 2009/2014". Nel complesso, dunque,  abbiamo a disposizione dati che forniscono una panoramica in divenire di alcuni aspetti di salute e di abitudini delle diverse fasce di età dei marchigiani, il che consente di comprendere anche i cambiamenti che possono intervenire nel tempo.

Tornando all’osteoporosi e all’alimentazione, è ben nota l’importanza per la salute delle ossa dell’assunzione di adeguate quantità di calcio che differiscono nelle diverse fasce di età e di condizione e l’apporto di vitamina D,  elementi che, insieme, concorrono a mantenere un’appropriata massa e densità ossea. Il calcio rappresenta la componente più importante del nostro scheletro, che funge anche da riserva per mantenere gli adeguati livelli nel sangue di calcio, elemento essenziale per il sistema nervoso e per il funzionamento dei muscoli.

Il calcio è un nutriente molto importante in tutte le fasce di età ma la quantità necessaria varia nei diversi periodi  e fasi di crescita della vita medesima. Le richieste sono particolarmente elevate nell’infanzia e nell’adolescenza (circa 1000-1200 mg di Calcio al giorno), ovvero nel periodo della  massima crescita di ogni individuo, fino ai 25-30 anni,  quando si raggiunge il già citato picco di massa ossea, ovvero la massima densità di calcio raggiunta nelle ossa che ci accompagnerà per tutta la vita e che non potrà più essere implementata ma che subirà graduale riduzione. Il rischio di osteoporosi nell’età avanzata dipende infatti dal capitale osseo costruito da giovani. Più alto è il picco raggiunto da giovani, minore è la probabilità di scendere, da anziani, fino alla zona a rischio di fratture. Il valore individuale del picco di massa ossea dipende da fattori genetici, ambientali e dallo stile di vita (alimentazione, attività fisica). Molto importante ricordare che l’eccessiva magrezza, ad es. per una condizione di anoressia, più frequente in età giovanile, va ad interferire proprio con questa  importante funzione di accumulo di calcio e dunque predispone notevolmente all’osteoporosi. Anche l’obesità, con meccanismi d’azione ancora non del tutto chiariti, può predisporre all’osteoporosi.

Alti livelli di Calcio sono necessari anche durante la gravidanza (1200 mg di Calcio al giorno)  e  dopo la menopausa (1200-1500 mg di Calcio al giorno).

Le principali fonti di calcio sono i prodotti caseari (latte, yogurt, formaggi, ecc), alcuni vegetali a foglie verdi, alcuni pesci, alcuni legumi, frutta secca e  semi.

La vitamina D è essenziale per garantire l'assorbimento intestinale di calcio, mantenere una adeguata mineralizzazione dello scheletro, prevenire il rischio di frattura e il rischio di cadute; essa ha due ruoli importanti nello sviluppo e nel mantenimento della salute delle ossa: è responsabile dell’assorbimento intestinale del calcio contenuto negli alimenti e garantisce il corretto rinnovo e la mineralizzazione delle ossa. Solo il 10% della vitamina D di cui disponiamo proviene dall’assorbimento intestinale e sono pochi i cibi naturalmente ricchi di vitamina D di cui possiamo disporre, tra i quali salmone pescato e funghi secchi. Il 90% della vitamina D viene prodotta nella pelle quando viene esposta ai raggi UV-B del sole. Generalmente, si dovrebbe esporre alla luce del sole la pelle nuda di viso, mani e braccia per 10-20 minuti al giorno, escluse le ore centrali (dalle 10 alle 14), senza protezione solare, stando attenti a non ustionarsi.

Dato, però, che il nostro stile e abitudini di vita spesso ci portano a passare sempre più tempo in  luoghi chiusi, il problema di avere bassi livelli di vitamina D si sta espandendo in tutto il mondo, mettendo a repentaglio la salute di ossa e muscoli.

In Italia il fabbisogno medio di Vitamina D varia da 1500 UI/die negli adulti sani fino a una quantità superiore a 2300 UI/die negli anziani.

Come possiamo dunque soddisfare questo fabbisogno giornaliero di vitamina D?

1. esposizione giornaliera al sole della superficie corporea normalmente scoperta (mani e viso), per almeno 10 minuti;

2. alimentazione completa;

3. in taluni casi, supplementazione.

Fatte queste premesse in merito a Calcio e Vitamina D,  va però detto che non esiste una dieta specifica per prevenire l’osteoporosi. L’assunzione in quantità adeguata ed equilibrata di proteine, carboidrati, grassi, minerali essenziali, vitamine aiuterà, mediante la formazione del tessuto osseo, ad ottimizzare la salute delle ossa per tutto l’arco della vita e a ridurre il rischio di osteoporosi in età più matura. Ciò è favorito dall’attenersi alle regole della dieta mediterranea: regolare consumo di verdura, ortaggi e frutta (5 porzioni al giorno di questo gruppo alimentare); adeguata introduzione di apporto proteico dalle diverse fonti: pesce, legumi, formaggi, carne e uova nelle porzioni così come indicate nei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti e di energia per la popolazione italiana - 2014 (LARN).

Importante la riduzione del consumo di sale che interferisce con il metabolismo dell’osso.

Riassumendo le principali indicazioni sono le seguenti:

1. Assumere almeno 1 tazza di latte parzialmente scremato al giorno  e 1 vasetto di yogurt magro.

2. Assumere 2 volte a settimana 1 porzione di formaggi stagionati.

3. Idratarsi adeguatamente mediante l’assunzione quotidiana di 1,5-2 litri di acqua ricche in calcio (così definibili quando il contenuto di Calcio è superiore a 150 mg/litro).

4. Assumere  3-4 volte a settimana pesce (almeno 1 volta alla settimana pesce azzurro).

5. Introdurre nell’alimentazione adeguate porzioni di frutta secca (in particolare mandorle, noci e nocciole).

6. Ogni giorno assumere 5 porzioni tra frutta e verdura.

7. Assumere legumi almeno 3-4 volte a settimana.

8. Tenere sotto controllo l’assunzione di sodio, ovvero limitare il consumo di sale  (inferiore a 5 g al giorno).

9. Non superare l’assunzione di 1 bicchiere di vino al giorno, se donna, e 2, se uomo, in quanto l’alcol ha un effetto negativo sull’assorbimento  del calcio e dei micronutrienti.

10. Evitare consumo eccessivo di caffeina che interferisce con l’assorbimento dei micronutrienti.

Una utile  guida alimenti è scaricabile dal sito della FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e malattie dello scheletro, che ha sede legale a Falconara Marittima (AN).

Infine un cenno all’attività motoria. Una costante attività fisica è alla base della nostra salute generale e in modo particolare favorisce anche quella delle ossa e dell’apparato muscolare. Con il progredire dell’età, oltre all’osteopenia e osteoporosi, si va incontro alla sarcopenia, riduzione della massa muscolare sostituita da tessuto adiposo, che, abbinate, generano debolezza muscolo-scheletrica, riduzione dell’equilibrio, della coordinazione  e tendenza alle cadute con conseguente rischio di fratture. Associare allenamenti mirati, d'intensità moderata, ad una corretta alimentazione aiuta a tenere sotto controllo e prevenire questa sindrome tipica dell'età avanzata.  E’ dunque fondamentale conservare uno stile di vita attivo, che prevede anche le comuni attività domestiche, camminate di almeno 30 minuti, giardinaggio e altre attività fisiche, comunque rapportate allo stato di salute complessivo. Sono anche stati studiati opportuni esercizi fisici per chi già soffre di osteoporosi. Non dobbiamo poi  dimenticare il rischio costituito da un ambiente domestico poco sicuro che, abbinato ad alcuni fattori intrinseci (età, condizioni generali di salute, uso di occhiali ecc.) può favorire le cadute (tipico incidente domestico, evento particolarmente frequente tra le casalinghe e tra gli anziani) che nel soggetto osteoporotico possono essere particolarmente gravi.

In conclusione e in estrema sintesi si può prevenire l’Osteoporosi e il rischio di fratture correlato con:

SOLE: almeno 10 minuti di esposizione al giorno

CIBO: latte e derivati, pesci, legumi, verdure, frutta secca e semi

MOVIMENTO: almeno 30 minuti al giorno di camminata

ATTENZIONE: anche alle cadute in casa

Ma, se si ha già l’osteoporosi, che fare? L’osteoporosi può e deve essere curata. Per chi ha l’osteoporosi sono ancora più importanti la dieta ricca di calcio, la regolare attività fisica e, naturalmente, chiedere consiglio al proprio medico.

 

Autore: Dott.ssa Elsa Ravaglia

 

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