La Commissione Europea ha richiesto all'EFSA una valutazione scientifica sui rischi per la salute umana legati alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli alimenti.
Lo scorso 17 Settembre L'EFSA ha quindi pubblicato il parere scientifico richiesto che è stato elaborato tenendo conto anche dei riscontri ricevuti da organismi scientifici, cittadini ed enti competenti degli Stati membri nel corso di una consultazione di 2 mesi tenutasi tra Febbraio e Aprile del 2020.
Per prima cosa è necessario ricordare che i PFAS sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali prodotte e utilizzate in tutto il mondo in vari settori industriali (ad es. tessile, prodotti per la casa, prodotti antincendio, automobilistico, alimentare, edile, elettronico) principalmente per le loro proprietà di impermeabilizzazione.
L'esposizione a queste sostanze chimiche può provocare effetti nocivi sulla salute e l’uomo può essere esposto ai PFAS in vari modi, tra cui l’ingestione di cibi contaminati. Fra questi gli alimenti dove tali sostanze sono state riscontrate più frequentemente sono: acqua potabile, pesce, frutta, uova e prodotti a base di uova.
In particolare la contaminazione dei cibi può originare da terreni o da acque contaminate usate per la coltivazione di prodotti agroalimentari; i PFAS assunti con mangimi e acqua contaminate possono concentratisi nell’organismo animale e quindi essere presenti nei prodotti di origine animale; la contaminazione dei cibi può derivare anche da imballaggi alimentari contenenti PFAS o da attrezzature usate per le lavorazioni alimentari.
I quattro PFAS su cui si è incentrata la valutazione dell’EFSA sono:
1. l'acido perfluoroottanoico (PFOA),
2. l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS),
3. l'acido perfluorononanoico (PFNA) e
4. l'acido perfluoroesano sulfonico (PFHxS).
Nel documento EFSA viene stabilita una nuova soglia di sicurezza per le principali sostanze perfluoroalchiliche che si accumulano nell’organismo umano attraverso acqua e alimenti ed in particolare è stata fissata la dose settimanale tollerabile di gruppo (DST) a 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana.
Nello stabilire la DST gli esperti hanno ritenuto che l'effetto più critico per la salute umana sia la diminuita risposta del sistema immunitario alle vaccinazioni. Si tratta di una novità rispetto al precedente parere EFSA del 2018 sui PFAS nel quale si riteneva l'aumento del colesterolo il principale effetto critico.
I bambini sono maggiormente esposti e l'esposizione durante la gravidanza e l'allattamento al seno è il principale fattore che contribuisce alla presenza di PFAS nei neonati.
Il parere del 2018 stabiliva separate DST per i PFOS e i PFOA, ma l'EFSA ha riesaminato tali sostanze tenendo conto delle conoscenze scientifiche più attuali e seguendo le sue recenti linee guida per la valutazione dell'esposizione congiunta a più sostanze chimiche.
Il documento dell'EFSA coadiuverà i gestori del rischio nell’assumere decisioni circa le modalità più opportune per tutelare i consumatori dall'esposizione ai PFAS tramite l’alimentazione.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola