L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha pubblicato una relazione, relativa al 2018, in cui sono sintetizzati i dati di monitoraggio sulla presenza dei residui di medicinali veterinari e di altre sostanze negli animali vivi e nei prodotti di origine animale.
Certamente la presenza di sostanze non autorizzate, residui di medicinali veterinari o contaminanti chimici negli alimenti può rappresentare un importante fattore di rischio per la salute pubblica.
Proprio per questa ragione la normativa europea definisce i limiti massimi consentiti di queste sostanze negli animali vivi e negli alimenti di origine animale e i programmi di monitoraggio per il controllo della presenza di queste stesse sostanze.
In particolare lo studio pubblicato dall’EFSA si rifà ai risultati ottenuti da 657.818 campioni, raccolti e analizzati dai 28 Stati membri dell'UE e quindi inviati alla Commissione europea.
Nello specifico, il totale dei campioni risultava così suddiviso:
- 354.517 campioni mirati,
- 5.095 campioni sospetti segnalati ai sensi della Direttiva 96/23/CE del Consiglio,
- 3.022 campioni raccolti all'importazione,
- 295.184 campioni raccolti nell'ambito di programmi sviluppati in relazione alla legislazione nazionale.
I risultati ottenuti sono sicuramente positivi ed incoraggianti.
Innanzitutto la maggior parte degli Stati membri ha infatti soddisfatto i requisiti minimi per la frequenza di campionamento stabiliti nella Direttiva 96/23/CE del Consiglio e nella Decisione 97/747/CE della Commissione.
L'analisi dei dati presentata nel rapporto si concentrata prevalentemente sui campioni mirati così come indicato nella Direttiva 96/23/CE del Consiglio che stabilisce le misure di controllo relative alle sostanze e alle categorie di residui di cui all’Allegato I. Tali sostanze sono divise in due gruppi:
- sostanze a effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate,
- medicinali veterinari e agenti contaminanti.
Nel complesso, la percentuale di campioni non conformi nel 2018 è stata dello 0,30% (1.059 campioni non conformi rispetto ai 354.517 campioni mirati), valore leggermente inferiore rispetto al 2017 (0,35%) e in linea con quelli dei precedenti 10 anni (in cui si sono registrate variazioni comprese fra lo 0,25% e lo 0,37%).
In particolare, rispetto all’anno precedente, nel 2018 le non conformità sono risultate leggermente aumentate per agenti antitiroidei (A2), steroidi (A3) e altre sostanze e agenti contaminanti per l’ambiente (B3f) mentre lievi diminuzioni sono state registrate per antibatterici (B1) (0,17% di non conformità con la più alta frequenza di campioni irregolari riguardanti il miele), antielmintici (B2a), farmaci antinfiammatori non steroidei (B2e), altre sostanze farmacologicamente attive (B2f) e contaminanti ambientali come composti organoclorurati (B3a), elementi chimici (B3c), micotossine (B3d) e coloranti (B3e). Per gli altri gruppi di sostanze non vi sono state variazioni significative.
Per un approfondimento si rimanda direttamente alla relazione dell’EFSA: Report for 2018 on the results from the monitoring of veterinary medicinal product residues and other substances in live animals and animal products
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola