L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha pubblicato un interessante opuscolo informativo sulla Antibiotico Resistenza (AMR).
Nel manuale, con argomentazioni chiare e precise, vengono fornite utili e importanti informazioni, facilmente comprensibile anche a soggetti non del settore.
La frase significativa che introduce all’argomentazione è la seguente: “Loro si difendono, noi rischiamo di non poterci difendere”, proprio a sottolineare il fenomeno dell’AMR e le ripercussioni che ciò comporta nell’uomo e negli animali.
Nell’opuscolo, innanzitutto, si descrivono gli antibiotici e viene quindi definita l’antimicrobico resistenza (AMR) come la capacità che alcuni batteri presentano naturalmente oppure hanno acquisito nel tempo, di difendersi, sopravvivere e moltiplicarsi anche in presenza degli antibiotici.
I batteri resistenti presentano quindi nel proprio corredo genico dei geni che permettono lo sviluppo di specifici meccanismi che rendono inefficaci i farmaci antibiotici verso cui sono appunto resistenti. Il rischio correlato all’antibiotico-resistenza non è legato solo ai batteri patogeni ma anche a microrganismi definiti commensali, che colonizzano normalmente la cute, le mucose e l’apparato intestinale dell’uomo e degli animali. Se sottoposti a pressione selettiva dovuta all’uso di antibiotici anche i batteri commensali possono sviluppare resistenza e in seguito scambiare il proprio materiale genetico con altri microrganismi, anche di specie diversa, continuando e amplificando la trasmissione delle resistenze. In questo modo si crea una sorta di “arsenale” di geni di resistenza, disponibili per essere acquisiti anche da batteri patogeni, che quindi diventeranno più insidiosi e difficili da trattare.
Questa situazione rappresenta un significativo problema per la salute pubblica poiché la medicina umana e animale avrà a disposizione un antibiotico in meno, o meno efficace, per contrastare le possibili infezioni microbiche.
Le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti sono quindi più difficili da trattare rispetto alle stesse infezioni causate da batteri sensibili. Il decorso della malattia sarà quindi più lungo, con una maggior probabilità di insuccessi terapeutici e spesso necessità di utilizzare più antibiotici in combinazione con i rischi di effetti avversi prodotti dagli stessi farmaci. In alcuni casi i microrganismi possono risultare resistenti a molti antibiotici contemporaneamente (si parla di multiresistenza), fino a creare situazioni in cui la scelta terapeutica appare ridottissima se non inesistente. Particolarmente gravi sono le situazioni di questo tipo che si verificano nei reparti ospedalieri in cui sono ricoverati pazienti in condizioni critiche, dove i fenomeni di multiresistenza sono responsabili di un elevato numero di decessi.
Nella pubblicazione si sottolinea inoltre come il problema dell’antibiotico-resistenza si sia più recentemente diffuso anche nel settore degli animali da compagnia: l’uso improprio di antibiotici (farmaco in deroga, uso con modalità diversa rispetto a quelle indicate nel bugiardino) favorisce l’insorgenza di fenomeni di antibiotico-resistenza a carico della comunità microbica intestinale con conseguente rischio di trasmissione di batteri resistenti al proprietario e/o di diffusione nell’ambiente.
Si descrive quindi il ruolo attivo e fondamentale dei MEDICI VETERINARI nella gestione dell’antibiotico-resistenza. Il medico veterinario ha il compito di promuovere forme di allevamento che consentano di ottenere produzioni con minor uso di antibiotici, mettendo in primo piano il benessere dell’animale e l’applicazione attenta e costante delle misure di biosicurezza, privilegiando quindi la prevenzione delle patologie rispetto alla terapia.
I medici veterinari devono quindi promuovere questo approccio al mondo della produzione zootecnica, per avere la possibilità di preservare l’efficacia degli antibiotici in commercio facendone un utilizzo razionale e strettamente motivato, evitando l’utilizzo di antibiotici di particolare rilevanza per la terapia umana.
Il medico veterinario che segue gli animali da compagnia avrà una duplice responsabilità di rispettare le linee di indirizzo in materia anche formandosi e tenendosi aggiornato e di “educare” il proprietario a seguire le indicazioni terapeutiche e a sensibilizzarlo sul valore sanitario e ambientale della lotta all’antibiotico-resistenza.
Nell’opuscolo infine viene indicato cosa può e deve fare il CITTADINO per ridurre la diffusione del fenomeno dell’AMR:
1. mantenersi informato sull’argomento, selezionando fonti di informazione autorevoli,
2. limitare l’utilizzo dell’antibiotico ai soli casi in cui esso venga prescritto da un medico, rispettando le modalità di somministrazione suggerite (evitare assolutamente l’assunzione di antibiotici in forma di automedicazione),
3. rispettare e seguire le norme generali di igiene della persona e nella manipolazione e preparazione di alimenti,
4. effettuare segnalazione di eventuali mancate risposte alla terapia o di manifestazioni di effetti avversi, che deve essere fatta anche in ambito veterinario,
5. i proprietari di animali d’affezione devono rispettare scrupolosamente le prescrizioni del veterinario nel corso della terapia per il proprio animale e le norme di igiene personale durante la somministrazione.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola