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Tuber Rufum

  • 9 agosto 2013
  • Autore: Redazione VeSA
  • Visualizzazioni: 2331
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 Tuber Rufum Pico: Fries 1823
Nome volgare: matta rossa.

 

Classe: Ascomycetes
Ordine: Pezizales
Famiglia: Tuberaceae
Genere: Tuber


Carpoforo: di piccole dimensioni, da quella di una cariosside di mais a quella di una noce. Di forma globosa, tuberiforme, spesso lobato.

Peridio: di colore molto variabile, dal giallo scuro al rossiccio, al bruno. E’ spesso e duro, aderente alla gleba (dalla quale è comunque nettamente distinguibile), munito di piccole verruche appiattite che gli conferiscono un aspetto ruvido.

Gleba: di consistenza cartilaginea, è dura e compatta. Il colore va dal grigio/giallognolo al fulvo/rossastro. Ha aspetto marmorizzato con vene sterili di colore biancastro/grigio/giallognolo molte volte traslucide che con andamento tortuoso raggiungono il peridio in più punti.

Aroma: odore acido nauseabondo, ricorda ad esempio quello della pasta inacidita.

Glossario

Microscopia: aschi ellissoidali, piriformi, muniti di un caratteristico lungo peduncolo, contenenti comunemente 3 o 4 spore. Spore ellissoidali, non alveolare, di colore giallo – brunastro con episporio ornato da aculei sottili, fitti e dritti. Gli aschi misurano micron 60 – 80 x 50 – 60, le spore 24 – 30 x 16 – 24.

Habitat: è un tartufo ipogeo superficiale, ubiquitario, molto diffuso in Italia ed in tutta Europa in quasi ogni  tipo di terreno, dai m 100 s.l.m. ai 1200 s.l..m. Vive in simbiosi sia con latifoglie (Carpino Nero, Querce, Faggio, Nocciolo) che con conifere (Pino d’Aleppo, Pino Nero).

Matura durante tutto l’anno.

Commestibilità: non commestibile, sia per l’aroma nauseabondo sia perché indigesto.

Osservazioni: il Tuber rufum è specie estremamente polimorfa per ciò che riguarda gli aspetti morfologici del carpoforo, ma anche per la grande variabilità delle caratteristiche microscopiche.
Per tale motivo alcuni autori hanno descritto alcune entità subspecifiche (Montecchi e Sarasini 2000; Riousset L. e G. Chevalier e Bardet. 2001). Anche se, ovviamente, non è specie commercializzabile in Italia, si rinvengono non di rado, in commercio, carpofori di questa specie frammisti fra quelli di specie pregiate.

Bibliografia:

- Il tartufo e la sua coltivazione (terza edizione) – Lorenzo Mannozzi Torini, 1999
- Umbria terra di tartufi – B. Granetti, A. De Angelis, G. Materozzi, 2005
- I Tartufi del Piceno – Alberto Mandozzi, 2006
- I Tartufi in Toscana – ARSIA Firenze (a cura di Tiziana Mazzei), 1998
- Velenosi e Commestibili manuale macro-microscopico delle principali specie – M. Illice, O. Tani, A. Zuccherelli, 2011.


Autore: Dott. Cavalli Stefano
 

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