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L'ISPETTORATO MICOLOGICO NELL'AREA VASTA 3

  • 15 novembre 2019
  • Autore: Redazione VeSA
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L’Ispettorato Micologico assolve diversi compiti svolti da Micologi che acquisiscono la qualifica attraverso un percorso di formazione ai sensi del DM. 686/96 della durata di due anni.

Le attività di competenza sono:

  • controllo e relativa certificazione di commestibilità di funghi epigei spontanei raccolti da privati o di funghi destinati alla commercializzazione e commestibilità,

  • controllo e relativa certificazione di commestibilità di funghi ipogei spontanei,

  • controllo in fase di commercializzazione e/o somministrazione di funghi epigei spontanei freschi (mercati ortofrutta, ristorazione, ecc…),

  • interventi formativi nei confronti della popolazione,

  • consulenza micologica in presunti casi di intossicazione da funghi, richiesta da strutture sanitarie pubbliche o private, medici curanti, ecc...

Tra le attività sopra descritte, quella che attualmente ha visto impegnato maggiormente l’Ispettorato Micologico dell’Area Vasta 3, è il controllo dei funghi epigei spontanei, raccolti da cittadini privati. In relazione a tale attività sono stati istituiti, nei periodi di maggior raccolta dei funghi, degli sportelli micologici distribuiti nel territorio, che hanno visto e vedono in particolare quest’anno, l’affluenza di numerosi cittadini che sottopongono ai micologi i funghi da loro raccolti o regalati.

Si ritiene tale attività, che si inquadra nell’ambito di una azione preventiva di eventuali intossicazioni da funghi, molto importante sia per il numero di utenti che accedono agli sportelli micologici, ma soprattutto per il fatto che spessissimo ci si trova di fronte a specie fungine non commestibili, tossiche e/o tossiche mortali ignaramente raccolte dai cittadini.

Tale rilievo “sorprende” visto che la maggior parte degli utenti, circa 90%, è in possesso di regolare patentino di raccolta. Tra gli errori più comuni si rileva la raccolta della pericolosa Amanita phalloides cresciuta in gruppo, scambiata con l’Armillaria mellea comunemente chiamato chiodino o famigliola. Altro comune errore è scambiare le Macrolepiota sp., comunemente chiamate mazze di tamburo, con specie simili appartenenti al Genere Lepiota, potenzialmente mortali.

La certificazione preventiva ad opera dei Micologi è stata ed è quindi di fondamentale importanza per prevenire eventuali intossicazioni da funghi, che potrebbero rilevarsi anche di estrema gravità.

Non meno importante è il controllo della commercializzazione di funghi epigei spontanei freschi.

Ciò avviene, come già detto, principalmente attraverso:

  • controllo e relativa certificazione dei funghi epigei spontanei destinati al commercio;

  • controllo sulla lavorazione e confezionamento di funghi presso imprese autorizzate;

  • controlli all’importazione dei funghi con vincolo doganale;

  • interventi di vigilanza ispettiva ai sensi della legge 23 agosto 1993, n. 352 presso rivenditori ortofrutticoli , ecc…

Questi compiti hanno avuto meno impatto sulle attività dell’Ispettorato micologico, anche se nel corso di questi ultimi anni, nell’Area Vasta 3, sono state effettuate diverse certificazioni di funghi all’importazione e alla vendita, e sono stati effettuati alcuni interventi di controllo sia in fase di commercializzazione che in fase di somministrazione.

I Micologi dell’Area Vasta 3 sono coinvolti, inoltre, anche in diverse commissioni regionali per l’abilitazione dei cittadini che desiderano raccogliere e vendere funghi e tartufi, effettuando esami specifici rapportati in collaborazione anche ad altri Enti di controllo quali Carabinieri forestali.

E’ attiva anche un’attività di consulenza alle “strutture sanitarie”, in caso di presunta intossicazione da funghi, queste possono richiedere l’intervento del Micologo dell’Azienda Sanitaria competente. Anche se al momento tale consulenza non risulta essere strutturata in Area Vasta 3 H24.

Il Micologo è chiamato al fine di orientare il personale sanitario in merito alla specie fungina che ha determinato la sospetta intossicazione. Conoscere il prima possibile ciò, consente alla struttura sanitaria di intraprendere la terapia più adeguata.

E’ estremamente importante per il riconoscimento della specie fungina che ha determinato la patologia, una stretta collaborazione tra medico, micologo, paziente e/o parenti. Infatti è importante che il micologo abbia disponibile campioni relativi al pasto tossico, campioni di vomito, feci, aspirato gastrico o i residui del pasto o pulitura dei funghi per la determinazione del riconoscimento della specie fungina.

In tali casi, l’intervento del Micologo può consentire di prevedere eventuali sindromi non ancora manifestate come nel caso di funghi a lunga latenza, rassicurare i sanitari e il malato segnalando la causa fungina che ha sviluppato la sintomatologia, contribuire alla migliore gestione del paziente evitando iper trattamenti, garantendo cosi al paziente intossicato una migliore prognosi e terapia. Inoltre tale attività può contribuire alla conferma di tossicità delle specie fungine o la scoperta di tossicità emergenti.

Sebbene i casi di intossicazione da funghi nell’area Vasta 3, fortunatamente, sono stati relativamente pochi, la gestione degli stessi ha comunque ha avuto una rilevanza notevole. Ci si è sempre trovati di fronte ad eventi di notevole impatto emotivo sia per i pazienti che per i congiunti, quindi l’aver potuto supportare l’equipe sanitaria per il riconoscimento delle specie tossiche, è stata di notevole importanza.

 

Autori: Direttore SIAN AV3 Dott. Stefano Colletta

             TdP Micologo SIAN Dr. Alessandro Vitale

             TdP Micologo SIAOA Sig. Romano Montanari

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