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Le infezioni correlate all'assistenza in medicina veterinaria

Anche in medicina veterinaria le infezioni correlate alla assistenza (ICA) rappresentano un rischio che deve essere monitorato e combattuto.

La prevalenza delle ICA nelle strutture veterinarie è poco documentata, tuttavia si ritiene che sia in aumento anche alla luce dell’incremento dei pazienti esposti.

Tra le infezioni maggiormente riscontrate nelle strutture di cura degli animali da affezione, che si sviluppano maggiormente nelle unità di terapia intensiva, vi sono:

  • infezioni del tratto urinario
  • infezioni del torrente circolatorio
  • infezioni del sito chirurgico
  • infezioni polmonari

La via più efficace per monitorare, combattere e diminuire le ICA è rappresentata dalla istituzione di un programma di controllo delle infezioni.

Accanto a misure di igiene e protezione personale, tra cui soprattutto l’igiene delle mani e l’uso dei dispositivi di protezione individuale, è importante adottare procedure standard di sanificazione delle strutture veterinarie ed isolare adeguatamente gli animali in base al rischio infettivo.

Tale programma di controllo dovrebbe comprendere una sorveglianza che punti al monitoraggio dei dati sanitari e della prevalenza della resistenza antimicrobica.

Come sempre, anche in campo veterinario, al fine di incrementare l’efficacia e l’efficienza dei programmi di controllo delle infezioni, è determinante aumentare la consapevolezza, attraverso programmi di aggiornamento e di educazione del personale coinvolto nelle cure degli animali, degli studenti e dei proprietari degli animali, sui rischi zoonotici connessi alle ICA e sulla importanza di una osservazione meticolosa delle misure di prevenzione.

I microrganismi associati alle ICA nell’ambito veterinario possono essere di origine endogena oppure acquisiti dall’ambiente o dal personale sanitario. In molti casi si tratta di batteri che sono divenuti multiresistenti.

Gli agenti patogeni coinvolti nelle ICA possono essere causa di zoonosi ed essere trasmessi tra esseri umani (proprietari e personale sanitario) e animali. Da qui la necessità di un approccio “one health” ai fini della prevenzione e controllo delle infezioni in ambito sanitario.

L’approccio one health, che si basa sull’idea che esista un’unica salute, è un approccio integrato e unificante, fondato sulla collaborazione interprofessionale e multidisciplinare tra settori diversi, che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi.

La cura degli animali, sia di quelli zootecnici che di quelli da affezione, rappresenta un’azione indispensabile per garantire la salute dell’uomo.

Diverse malattie, le zoonosi, possono essere causate nell’uomo dagli animali.

Le ricerche condotte indicano che tra un terzo e la metà di tutte le malattie infettive dell’uomo ha origine zoonotica, ossia vengono trasmesse da animali. Circa il 75% delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno le zoonosi interessino oltre un miliardo di persone, determinando circa un milione di morti e costituendo circa il 17% dei casi totali di malattie trasmissibili.

Le modalità con le quali le zoonosi si trasmettono sono svariate:

  • per contatto
  • attraverso il terreno
  • per via alimentare
  • attraverso l’acqua
  • per via aerea
  • attraverso vettori

Tenendo in considerazione che la salute dell’uomo, degli animali, delle piante e degli ecosistemi è strettamente interconnessa, è indispensabile adottare un approccio one health al fine di prevenire la diffusione delle infezioni e, nel contempo, contrastare la antimicrobico-resistenza.

 

Bibliografia

Cola V., Troia R, Giunti M. Infezioni correlate all’assistenza negli animali da compagnia. Veterinaria Anno 36, n°3,  Giugno 2022. 103-111

Jason W. Stull, J.Scott Weese, Hospital-Associated Infections in Small Animal Practice. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 2015 Mar; 45(2): 217–233. Published online 2015 Jan 2

 

Fotografia: Tima Miroshnichenko

 

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Alessandro BaiguiniAlessandro Baiguini

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