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Malattie a trasmissione alimentare: gestione nella Regione Marche

  • 18 marzo 2023
  • Autore: Redazione VeSA
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Malattie a trasmissione alimentare: gestione nella Regione Marche

A livello regionale viene adottata una Guida Operativa per la gestione dei focolai di malattie a trasmissione alimentare (MTA), di cui al Decreto del Direttore dell’Agenzia Regionale Sanitaria n.98 del 22/12/2022, come previsto dall’obiettivo strategico MO6-9 del Piano della Prevenzione 2020-2025.

La Guida si pone come obiettivo quello di fornire indicazioni in merito al coordinamento tra il Dipartimento di Prevenzione, l’Ospedale, ed il Territorio per rilevare tempestivamente l’agente eziologico e l’alimento in causa e di consentire l’aumento, negli anni, della percentuale di focolai MTA per i quali è stato individuato l’alimento scatenante.

L’indagine e il controllo delle malattie a trasmissione alimentare sono attività multidisciplinari che coinvolgono medici ospedalieri, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici veterinari, laboratoristi, operatori dei dipartimenti di prevenzione delle AST, epidemiologi.

 

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*Fonte: Centro di Riferimento Regionale per le Tossinfezioni Alimentari- CeRRTA- Azienda USL Toscana Centro

Le modalità con cui si presenta una malattia trasmessa da alimenti sono varie:

  • Infezioni alimentari causate dalla presenza di microrganismi vivi e vitali all’interno di un alimento in grado di superare la barriera gastrica del consumatore e di arrivare all’intestino. I microrganismi invasivi possono provocare infiammazioni localizzate oppure infezioni sistemiche generalizzate, caratterizzate da diffusione per via ematica, febbre e formazione di anticorpi;
  • Intossicazioni alimentari con quadri clinici provocati da tossine batteriche elaborate al di fuori dell’organismo, presenti negli alimenti e ingerite come tali, quali ad esempio intossicazioni stafilococciche;
  • Tossinfezioni alimentari con quadri clinici provocati da tossine in parte preformate nell’alimento, in parte prodotte da microrganismo nel lume intestinale.

Le malattie a trasmissione alimentare di origine batterica sono le più note perché al contrario delle MTA dovute ad agenti chimici, si manifestano entro pochi giorni (o ore) dall’ingestione dell’alimento contaminato e quindi le persone sono immediatamente consapevoli della patologia. Sono le contaminazioni i cui agenti sono più conosciuti dalla popolazione generale, come ad esempio la Salmonella che risulta tra gli agenti più notificati dai medici di famiglia. I batteri, al contrario dei virus e parassiti, si moltiplicano nell’alimento e quindi sono più vitali e in quantità maggiori.

Le tossinfezioni di origine batterica si manifestano in seguito al consumo di alimenti contaminati solo se i batteri patogeni e/o le loro tossine riescono a sopraffare le barriere dell’organismo umano, dipendendo dalla dose infettante, vale a dire la quantità di microrganismi necessaria per determinare la malattia.

*Fonte: CeRRTA- Azienda USL Toscana Centro

 

Le persone con ridotte difese immunitarie sono più soggette ad ammalarsi anche con dosi infettanti estremamente basse. Negli alimenti di consistenza solida il contaminante batterico non si distribuisce in modo uniforme nell’alimento come in un prodotto liquido. Questo è il motivo per cui a volte non tutte le persone che hanno consumato il medesimo alimento contaminato si ammalano.

Tra le zoonosi troviamo il Campylobacter, che ha come serbatoio numerose specie animali, in particolare quelle aviarie. L’infezione da Campylobacter rappresenta insieme a quella da Salmonella e da Rotavirus la causa più frequente di diarrea acuta in Italia. A livello europeo si colloca addirittura al primo posto quale causa di enterite infettiva (specie nella popolazione pediatrica).

Tra i sintomi prevalenti febbre, diarrea, crampi addominali e vomito. Le feci possono essere acquose e contenere sangue (anche occulto) e globuli bianchi. I tempi di insorgenza si aggirano tra i due e i cinque giorni e la durata tra i due e i dieci giorni; tra le complicazioni infezione sistemica di vari organi quali meningiti, epatiti.

Il principale serbatoio è il tratto alimentare di un’ampia varietà di animali sia selvatici che domestici a sangue caldo quali pollame, suini, uccelli e cani; studi dimostrano la presenza anche in cuccioli sani di cani, gatti e roditori. Poiché il Campylobacter è un componente della flora intestinale degli animali, la contaminazione avviene inevitabilmente al momento della macellazione e della eviscerazione. Un altro serbatoio è l’acqua, anche quella di acque superficiali, fiumi, laghi, così come le spiagge balneabili, rappresentano una parte importante dell’ecologia del Campylobacter. Infatti il microrganismo è stato isolato da acque superficiali con una prevalenza del 50% e della sabbia di spiagge balneabili con una prevalenza del 45%, esso viene introdotto nelle acque attraverso i liquami e le feci di animali selvatici ed uccelli.

L’infezione intestinale da Campylobacter è inserita nell’elenco delle malattie infettive sottoposte a sorveglianza definito ai sensi dell’articolo 2, comma 2, del Decreto del Ministro della salute 7 marzo 2022.

Il Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025, declinazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, ha definito alcuni obiettivi strategici che riguardano le Malattie a Trasmissione Alimentare. L’obiettivo strategico MO6-9 “Assicurare l’individuazione dell’alimento responsabile della MTA per l’attivazione del sistema di allerta al fine del ritiro/richiamo dalla commercializzazione dell’alimento pericoloso o potenzialmente pericoloso”, prevede l’adozione a livello regionale di una Guida Operativa per la gestione integrata e coordinata dei focolai di MTA con lo scopo di aumentare nel corso degli anni la percentuale di focolai di MTA per i quali è stato individuato l’alimento responsabile.

Tutto ciò attraverso:

  • l’implementazione di un sistema di sorveglianza delle MTA raccogliendo dati provenienti sia da focolai che da casi singolo/sporadici;
  • l’attivazione di percorsi integrati tra il Dipartimento di Prevenzione, l’Ospedale ed il Territorio al fine di rilevare tempestivamente i potenziali rischi per la salute trasmessi dagli alimenti limitandone la diffusione e valutandone strategie di prevenzione efficaci;
  • la definizione dell’organizzazione delle funzioni per la gestione delle MTA;
  • l’esecuzione di interventi integrati, rapidi e coordinati tra i diversi ambiti organizzativi;

La procedura dovrà consentire di:

  • individuare i cluster o i casi sporadici di MTA, al fine di interrompere l’eventuale diffusione della patologia, attraverso i sistemi di allerta e di rintracciabilità delle fonti di contaminazione;
  • produrre informazioni per migliorare l’efficacia delle attività di controllo e prevenzione;
  • produrre evidenze utili per Medici, Operatori della Prevenzioni e Laboratoristi per un corretto approccio nella diagnosi clinica, nell’indagine epidemiologica e nelle indagini ambientali ed analitiche;
  • descrivere la rete di comunicazione interna ed esterna e migliorare il feed back e la diffusione dei dati.

La formazione specifica sulla procedura per la gestione dei MTA deve quindi coinvolgere tutte le professionalità in questione affinchè il sistema di gestione possa operare in modo efficace e efficiente.

Una volta approvata la procedura per la gestione delle MTA si predisporanno ed attueranno interventi formativi per la divulgazione delle modalità operative della gestione delle MTA coinvolgendo tutte le professionalità interessate dalla procedura.

 

 

Autore Dr.ssa Monica Neroni                                                                

data ultima modifica 18/03/2023                                                                                                              

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