Il 5 e 6 novembre si è svolta a Milano la RIUNIONE DEI MINISTRI DELLA SALUTE DEI PAESI DEL G7 (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America). All’incontro, presieduto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, hanno inoltre preso parte il commissario Ue alla Salute e i direttori di OMS, FAO, OIE, OCSE ed EFSA.
Il tema al centro della discussione è stato l’impatto dei fattori climatici ed ambientali sulla salute con l’individuazione di azioni di adattamento e mitigazione e di strategie globali per affrontare i rischi connessi ai cambiamenti climatici.
Le decisioni che verranno adottate sono state precedute e supportate da un fattivo confronto attivato con la comunità scientifica internazionale attraverso il Delphi, il modello organizzativo che si basa sulle opinioni dei maggiori esperti del mondo.
In particolare infatti dal mese di gennaio 2017, nel corso dei lavori preparatori, il Ministero della salute si è avvalso di un team di ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con il progetto interdipartimentale Foresight del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che hanno messo a punto un questionario, divulgato ad esperti di tutto il mondo (oltre 700), al fine di stilare una lista, con relative priorità, delle azioni da mettere in campo. Tra le misure più urgenti su scala globale, avvisano gli scienziati, spiccano la riduzione delle emissioni e il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza.
Il cambiamento di frequenza degli eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni eccezionali e siccità ha effetti diretti sulla salute di esseri umani e sugli animali. Picchi di mortalità sono stati registrati nelle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili. Gli impatti sull’ambiente hanno effetti indiretti sulla salute umana e degli animali, anche alterando le condizioni di vita e lavoro.
Nel corso del vertice sono stati affrontati anche altri temi importanti: la salute della donna e dell'adolescente, la significativa questione della resistenza agli antibiotici e della proliferazione delle nuove infezioni, la salute degli animali e quindi degli allevamenti; ed ancora il grande tema dell'impatto sulla salute dei rifugiati e dei migranti e quindi delle grandi migrazioni dovute anche a fenomeni climatici e delle conseguenze per la salute dell'inquinamento atmosferico.
In particolare per quanto riguarda l’antimicrobico resistenza (AMR) gli esperti hanno segnalato l’urgenza di supportare l’adozione del Piano di azione globale in cooperazione con OMS, FAO, OIE e incoraggiare il varo di Piani nazionali (PNCAR 2017-2020), con un’attenzione particolare nel favorire un uso appropriato degli antibiotici, migliorare la prevenzione e promuovere ricerca sul campo.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola