Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) hanno pubblicato il secondo rapporto sulle potenziali relazioni fra consumo antimicrobico (AMC) e la resistenza antimicrobica (AMR) nei batteri provenienti dagli esseri umani e dagli animali che producono prodotti alimentari.
La relazione si basa su dati ottenuti da cinque differenti reti di sorveglianza delle agenzie a livello europeo per il periodo 2013-2015.
Innanzitutto sono stati valutati i consumi di antimicrobici (AMC) (espresso in mg/kg) a livello europeo e nei vari paesi riscontrando significative differenze.
Ad esempio nel 2014, l’AMC medio è stato più elevato negli animali (152mg/kg) rispetto all’uomo (124mg/kg) ma i valori si invertono se si considera l’AMC mediano (67mg/kg negli animali e 118mg/kg nell’uomo). Inoltre in 18 dei 28 paesi, AMC risultava più basso negli animali che negli esseri umani.
Dai dati raccolti inoltre, risulta statisticamente significativa la correlazione fra consumo antimicrobico (AMC) e resistenza antimicrobica (AMR) per:
- fluorochinoloni e E. coli sia nell’uomo che negli animali,
- cefalosporine di 3° e 4° generazione e E. coli nell’uomo,
- tetracicline e E. coli negli animali,
- polimixine e E. coli negli animali,
- carbapenemi e Klebsiella pneumoniae nell’uomo,
- polimixine e Klebsiella pneumoniae nell’uomo,
- macrolidi e Campylobacter coli negli animali e negli esseri umani (correlato al consumo di macrolidi negli animali),
- fluorochinoloni e Salmonella spp. nell’uomo (correlato al consumo di fluorochinoloni negli animali),
- fluorochinoloni e Campylobacter spp. nell’uomo (correlato al consumo di fluorochinoloni negli animali).
Questi risultati suggeriscono che, da una prospettiva "One-health", è necessario migliorare l'uso prudente di antimicrobici per ridurre di conseguenza la resistenza antimicrobica sia nell’uomo che negli animali.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola