Un sondaggio Eurobarometro 2019 curato dall’EFSA, dimostra come i cittadini europei hanno un alto livello di conoscenze sui temi della sicurezza alimentare e che la salubrità degli alimenti non è motivo di rilevante preoccupazione.
Infatti, dall’indagine condotta nei 28 paesi dell’Unione Europea non è emersa nessuna singola preoccupazione comune a tutti gli Stati. Tuttavia ci sono tre questioni che emergono con più frequenza in 20 o più stati membri dell’UE: residui di antibiotici, ormoni e steroidi nelle carni (44%), residui di pesticidi negli alimenti (39%) e additivi alimentari (36%).
Il sondaggio ha preso in considerazione 15 argomenti collegati alla sicurezza alimentare:
Alcuni paesi risultano essere più preoccupati per le tossinfezioni alimentari, come nel caso del Portogallo ed Irlanda ad esempio, altri sono più preoccupati per i residui di pesticidi negli alimenti come Francia, Spagna e Grecia, altri ancora sono più preoccupati dai residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni ed è questo il caso dell’Italia, della Germania, della Svezia e di altri diversi stati europei.
Argomenti di sicurezza alimentare come gli OGM, che in passato preoccupavano abbastanza la popolazione europea, oggi lasciano il posto a nuove questioni come le microplastiche che compaiono per la prima volta nei temi della sicurezza alimentare.
Dallo studio è emerso che due cittadini europei su cinque si interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti e solo uno su cinque afferma di ritenerla la preoccupazione principale nello scegliere il cibo. L’82% dei cittadini europei ripone alti livelli di fiducia verso gli scienziati per quanto riguarda la comunicazione dei rischi alimentari, seguiti dalle organizzazioni dei consumatori (79%) e dagli agricoltori (69%), e questo è un dato incoraggiante. Il rapporto evidenzia anche che gli europei non hanno ben chiaro il sistema di funzionamento di sicurezza alimentare nella UE.
In Italia, in linea con la media europea, la principale fonte di informazione sui rischi alimentari risulta essere la televisione, seguita da internet, quotidiani e riviste. Gli argomenti che preoccupano di più gli italiani, dopo i residui di antibiotici, risultano essere gli inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei prodotti lattiero-caseari (Grafico 1) e gli additivi come conservanti o aromi utilizzati negli alimenti o nelle bevande (Grafico 2), con una percentuale del 33% per entrambe le categorie.
Nell’acquisto dei prodotti alimentari, gli italiani danno più importanza alla provenienza degli alimenti con una percentuale del 62% rispetto alla media europea che risulta essere del 50% e risultano essere anche più sensibili ai possibili rischi di sicurezza alimentare rispetto alla totalità dell’UE (61% rispetto alla percentuale del 50% di tutti gli stati membri).
I risultati dello studio sono nel complesso positivi e rappresentano uno stimolo per tutta la comunità scientifica a continuare nell’impegno di ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie atte a garantire elevati standard alimentari e buone pratiche igieniche nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità.
Vista l’importanza rivestita dall’argomento e per far sì che sempre più persone siano consapevoli dei rischi connessi alla sicurezza degli alimenti ed anche di tutto il sistema mondiale, europeo, nazionale, regionale e locale esistente atto a garantire la sicurezza alimentare a tutela della salute pubblica, da quest’anno è stata istituita la Giornata mondiale della sicurezza alimentare, che si celebra il 7 giugno.
Oltre al rapporto completo dello studio, sono disponibili schede informative sul sondaggio per ognuno dei 28 stati membri dell’UE in lingua inglese e originale, scaricabili sul sito dell’EFSA a questo link. La scheda informativa per l’Italia è consultabile a questo link.
Autore: Dott.ssa Moira Mattioni