n Italia la settimana mondiale sugli antibiotici è stata occasione per presentare il nuovo “Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza 2017-2020” che, attraverso un approccio “one health”, vuole affrontare e contrastare il fenomeno in modo efficace attraverso sei ambiti di intervento: la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle infezioni, l’uso corretto degli antibiotici, la formazione, le attività di comunicazione e informazione, la ricerca e l’innovazione.
Dati In Italia 2013-2016: secondo i dati ISTISAN per la maggior parte dei microrganismi sotto sorveglianza la situazione appare stabile, con un alto numero di infezioni causate da microrganismi multiresistenti, ma nuove resistenze riemergono.
La percentuale di MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) oscilla da anni intorno al 33-34%.
Tra gli enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CPE) nel nostro paese è diffusa soprattutto Klebsiella pneumoniae che è resistente a quasi tutti gli antibiotici disponibili, e che, secondo il recente Report della Sorveglianza Nazionale delle batteriemie da CPE, provoca almeno 2000 casi di batteriemia per anno.
Anche Escherichia coli mantiene le stesse alte percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione (30%) e ai fluorochinoloni (43%).
Una buona notizia dal fronte della sorveglianza è il dimezzamento della resistenza alla penicillina in Streptococcus pneumoniae, un microrganismo causa di polmoniti e sepsi che insorgono in pazienti che non sono ospedalizzati.
Questo successo è dato dall’implementazione della vaccinazione antipneumococcica, soprattutto a livello pediatrico, che ha portato alla riduzione o eliminazione di sierotipi di pneumococco resistenti alla penicillina.
Rimangono sempre problematici altri microrganismi multiresistenti, quali Pseudomonas aeruginosa ed Acinetobacter spp che provocano infezioni soprattutto in pazienti critici quali quelli ricoverati nei reparti di terapia Intensiva.
A questi microrganismi multiresistenti si aggiungono gli Enterococchi resistenti alla vancomicina o VRE.
Oggi i VRE, soprattutto Enterococcus faecium, tornano ad essere una minaccia: fino al 2013 la percentuale di E. faecium resistente alla vancomicina nelle batteriemie era il 5%, nel 2016 è passata al 13%.
Sul fronte Europeo la resistenza non dà segni di declino, come evidenziato dal recente Report EARS-Net 2016 leggi report (en) malgrado le iniziative politiche ed istituzionali.
Leggi il Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza 2017-2020 (ita)
Autore: Dott.ssa Alba Minnozzi